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In vacanza con i social
L’articolo sulle vacanze dei vip era un classico, come quello sui saldi e quell’altro sul costo dei crisantemi la vigilia del giorno dei morti. Toccava all’ultimo arrivato in redazione, una specie di gavettone (o la “stecca” di fine naja) da rifilare poi a chi sarebbe venuto dopo, con la rassicurazione “non ti preoccupare, prendi quello dell’anno scorso, cambi i nomi ed è fatta”.
L’articolo sulle vacanze dei vip era un classico, come quello sui saldi e quell’altro sul costo dei crisantemi la vigilia del giorno dei morti. Toccava all’ultimo arrivato in redazione, una specie di gavettone (o la “stecca” di fine naja) da rifilare poi a chi sarebbe venuto dopo, con la rassicurazione “non ti preoccupare, prendi quello dell’anno scorso, cambi i nomi ed è fatta”. Una specie di rito di passaggio, una liturgia di formazione a cui ci si assoggettava straccamente come all’olio di fegato di merluzzo che le mamme d’antan rifilavano ai pargoli con l’ingannevole promessa che sarebbero cresciuti sani, belli e forti.
Da qualche anno però la vipperia non fa audience, specie al di fuori della cronaca giudiziaria, e mentre sui giornali ci si ingegna a sostituirla con promettenti futuri tormentoni sull’età della dentizione, su quella della perdita della verginità, sul sex appeal della cocorita di casa (“mandateci la foto con il body”), sui tempi di trasformazione negli stomaci biellesi della fagiolata dallo stato solido a quello gassoso, l’immenso popolo dei nostalgici del gossip vacanziero alla bagnacauda inonda i social con i selfies delle proprie imprese turistiche con un malcelato ciapa lì ai guardoni costretti a casa che si vendicano, tutt’al più, con le foto della grigliata sul balcone.
Dalle nostre parti il più attivo e implacabile aedo della propria meravigliosa esistenza, in vacanza e non, è un neoricco che non ci risparmia nulla, ma proprio nulla, tutti i giorni, più volte al giorno, della beautiful life con cui riempie le giornate. E allora supermacchine, elicottero, panfilo nel mar di sardegna, aragoste e porcetto, casa con giardino e piscina, familiari e famigli che festeggiano e mangiano a più palmenti; e viaggi, e protagonismo nello sport con foto ad altezza fellatio con il lungagnone maximo della squadra sponsorizzata. Altri, più discreti, ma forse solo meno facoltosi e sibaritici, ci mandano “cartoline” dai luoghi in cui si trovano, con e senza didascalie per avviare una specie di quiz del dove mi trovo ? Mete lontane, il favoloso oriente da cui ti fa bye bye l’impiegata del commercialista che ha sposato bene. Mete vicine di cui si evidenzia la valenza “culturale”: chiese, musei, fori e scavi. Mete intermedie di cui, sottolineando la qualità dell’accoglienza alberghiera, si rimarca la mondanità magari un po’ polverosa ma sempre glamour. E poi i trekking: quest’anno va forte il cammino di Santiago di Compostela; l’ho fatto anch’io e mi sono strafogato di chipirones en su tinta, paella, chorizo, peperoni del piquillo, churros e mantecados de estepa negli hostal del lungo tratto pirenaico. Tutto via social e foto. E adesso non ne posso proprio più.
giulianoramella@tiscali.it
La rubrica di Giuliano Ramella viene pubblicata ogni sabato sulla Nuova Provincia di Biella
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