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In pensione Cesare Barbera, primario di Dermatologia

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Barbera ha le idee chiare su come impegnerà il proprio tempo: «Certamente proseguirò l’attività libero-professionale, seppur part-time. Mi piacerebbe poi dedicarmi ai miei hobby, finora relegati ai margini. Insomma riappropriarmi del mio tempo».

Da lunedì 1° giugno, Cesare Barbera, Direttore della Struttura Complessa di Dermatologia dell’ASL BI, è in pensione.

Biellese d’origine, dopo aver ottenuto la specializzazione in Dermatologia, in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva e dopo l’esperienza torinese in università e all’Ospedale “San Lazzaro”, nel 1987 torna a Biella come aiuto del Direttore della Dermatologia di allora, dottor Luigi Vittone, che lo incoraggiò a sviluppare le sue attitudini chirurgiche. In quegli anni, i due medici produssero insieme numerose pubblicazioni su rivisitazioni personalizzate di procedure chirurgico-plastiche.

Nel 1999, Barbera viene nominato Direttore della Dermatologia dell’ASL BI.

Il suo percorso professionale è stato caratterizzato dalla passione per la chirurgia oncologica delle palpebre, rispetto alla quale ha ideato anche una nuova metodica ricostruttiva con l’impiego di vene autologhe, cioè prelevate dallo stesso paziente: «Questo importante lavoro è valso alla Dermatologia dell’ASL BI il riconoscimento di Centro di riferimento regionale per i tumori palpebrali nell’ambito della Rete Oncologica Piemonte-Valle d’Aosta -spiega Barbera-. Ci sono poi altri fiori all’occhiello che si sono sviluppati grazie alle competenze dei miei colleghi e collaboratori: il Centro accreditato per le Malattie Sessualmente Trasmissibili (M.S.T.), coordinato da Lucio Dodaro, e quello per la terapia della Psoriasi di cui si occupa Paolo Pella. Ricordo, inoltre, il prezioso lavoro dei dirigenti medici Monica Ferraro, referente per l’Allergologia cutanea, e Roberto Manzoni, il dirigente con maggiore esperienza, in particolare per il proseguimento dell’attività dermato-chirurgica».

Nell’ospedale biellese sono presenti tutte le branche della Dermatologia: dall’Oncologia cutanea alla Fototerapia, dalla Dermatologia pediatrica alla Vulnologia (cura delle ulcere vascolari), oltre, ovviamente, alla Dermatologia generale. Cesare Barbera ha vissuto i cambiamenti che, negli anni, hanno caratterizzato l’evoluzione di questa specialità medica: «Da prevalentemente venereologica, negli anni a ridosso dell’ultimo conflitto mondiale, e con terapie quasi esclusivamente topiche a base di “empiastri”, è diventata poi una Dermatologia immunologica con l’arrivo dei farmaci immunosoppressori-immunomodulatori, primo fra tutti il cortisone. Nell’ultimo decennio, infine, si è ampliata sempre di più la richiesta di Dermatologia estetica».

Sono cambiate le terapie, ma anche le patologie: «Si potrebbe dire che le malattie seguano una propria moda -continua l’ex primario-. Così la sifilide e la gonorrea, veri flagelli in era preantibiotica, dopo l’avvento della penicillina erano pressoché scomparse in Occidente, salvo ricomparire negli ultimi anni con i nuovi flussi migratori e con il turismo sessuale. Un altro esempio può essere, in oncologia dermatologica, il carcinoma del labbro, assai frequente fino agli anni Ottanta, è quasi scomparso oggi, merito, credo, di una migliorata igiene orale. E’ purtroppo in vertiginosa progressione il melanoma, soprattutto qui a Biella, dove registriamo un’incidenza quasi tripla rispetto a quella nazionale. Sulle cause di questo incremento non abbiamo ancora dati sicuri, al di là della sconsiderata moda della tintarella perenne. In altri casi, l’introduzione dei farmaci biotecnologici, comunemente noti come “biologici”, ha permesso di ottenere risultati impensabili fino a qualche anno fa nel campo della psoriasi e di altre dermatosi immunomediate, per le quali prevedo prossima la soluzione».

L’attività della Struttura di Dermatologia dell’ASL BI è prevalentemente ambulatoriale con circa 17.000 prestazioni ogni anno, oltre a 1.700 giornate di degenza ordinaria (con 4 posti letto) e 800 giornate di Day Hospital/Day Surgery (con 1 posto letto).

Concluso il percorso all’ASL BI, Cesare Barbera ha le idee chiare su come impegnerà il proprio tempo: «Certamente proseguirò l’attività libero-professionale, seppur part-time. Mi piacerebbe poi organizzare corsi pratici di Chirurgia dermatologica indirizzati ai giovani dermatologi e, soprattutto, dedicarmi ai miei hobby, finora relegati ai margini. Insomma riappropriarmi del mio tempo».

Roberto Manzoni, il suo aiuto di maggior esperienza, esprime così il proprio riconoscimento a Barbera: «Ad un primario si chiede che sappia gestire, insegnare, essere di esempio nella relazione con il paziente e il dottor Barbera ha risposto a tutti questi requisiti. Ha gestito, riuscendo a stabilire corrette relazioni con la Direzione e con i colleghi, a tenere uniti i suoi collaboratori e a fare della Dermatologia biellese un punto di riferimento, specie in ambito chirurgico, per gli utenti del Piemonte e di altre regioni. Ha saputo insegnare: non c’era occasione in cui non fosse prodigo di consigli, possedendo inoltre la rara virtù di trasmettere non solo le conoscenze acquisite con gli anni, ma di immaginare soluzioni alternative e di fare scelte ardite. E’ stato di esempio nel rapporto con gli utenti: competente certo, ma prima di tutto accogliente e capace di ascolto, sempre disponibile con chiunque avesse bisogno di lui. L’irritazione o l’insofferenza, talora legittime, rimanevano nascoste e silenti. Non biasimerò chi dovrà raccogliere l’eredità se non riuscirà a mantenere il livello qualitativo a cui ci ha abituati. I suoi futuri impegni umani e professionali non faranno che confermare tutto il buono che sappiamo di lui».

Infine, Angelo Penna, Direttore Sanitario dell’ASL di Biella, ricorda così il lavoro svolto dall’ormai ex primario: «Il dottor Barbera in questi anni ha caratterizzato e sviluppato l’attività della Dermatologia soprattutto in ambito chirurgico, facendo diventare la sua struttura un centro di riferimento regionale e nazionale. Le sue grandi doti umane, di equilibrio e di ascolto delle esigenze e delle istanze dei pazienti hanno rappresentato un elemento positivo non soltanto per il suo reparto, ma per l’intero ospedale di Biella».

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