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Giardini insanguinati
Sarei potuta essere una visitatrice del Mercato Europeo, ma all’ultimo momento non mi sono aggregata ad alcune amiche partite dalla mia città, tornate sconcertate per avere visto il cibo che l’evento proponeva.
Riceviamo e pubblichiamo.
Gentili signori e signore,
nei giorni scorsi si è svolta a Biella la VII° edizione del Mercato Europeo “I giardini d’Europa”, una manifestazione promossa sul sito web del Comune di Biella http://www.comune.biella.it/sito/index.php?vii-edizione-del-mercato-europeo-i-giardini-deuropa su cui si legge “Le edizioni passate hanno registrato sempre un ottimo riscontro di visitatori, sia locali ma anche provenienti da altre province…” . L’assessore La Malfa spiega inoltre che: “L’auspicio è che sia una vera festa di aggregazione e che i nostri operatori sappiano comunque integrarsi e ‘sfruttare’ il consistente passaggio di persone e di turisti che transiterà nel centro di Biella in occasione del fine settimana del 25 aprile”.
Avrei potuto essere una visitatrice del Mercato Europeo, ma all’ultimo momento non mi sono aggregata ad alcune amiche partite dalla mia città, tornate sconcertate per avere visto il cibo che l’evento proponeva. Le foto allegate parlano chiaro: sembra un ritorno alla peggiore preistoria. Più che “sfruttare il consistente passaggio di persone e turisti” si sono sfruttati gli animali, esseri senzienti, ridotti a ingredienti da grigliare, insaccare, arrostire.
E’ possibile che all’organizzazione dell’evento non sia venuto in mente di proporre qualcosa di eticamente accettabile? Trattandosi di una manifestazione che valorizza la vegetazione, forse non era meglio orientarsi al cibo vegetale?
Sono lieta di non essere venuta e certamente non verrò alle prossime edizioni se le scelte gastronomiche dell’organizzazione saranno le stesse di quest’anno. Provo disagio, oltre che dolore, nel vedere quei corpi infilzati come fossero fantocci e credo che l’idea di offrirli in pasto al pubblico sia stata una scelta anacronistica e profondamente specista, come d’altra parte è la maggior parte della gastronomia che si incontra alle manifestazioni. Ma qualcosa sta cambiando: le persone che la pensano come me sono in sensibile aumento e scelgono di disertare questi banchetti di morte. Molti appuntamenti enogastronomici hanno preso con successo un’altra strada, quella di dare molto spazio ai cibi vegetali, ma pare che a Biella la tradizione carnista sia dura a morire con “specialità” macabre che fanno inorridire e purtroppo hanno tinto di sangue gli splendidi giardini d’Europa.
Cordiali saluti.
Paola Re
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