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Edilizia in ginocchio per colpa della gestione delle opere pubbliche

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«La domanda è: cosa può fare il Comune? Bisogna lanciare bandi di entità minore, così possono partecipare anche le nostre aziende»

Nei giorni scorsi il presidente di Ance Biella Angelo Forgnone ha dichiarato che «l’edilizia biellese sta morendo» e che dei «18 milioni di lavori del Pisu non uno è andato ad un’impresa locale». Non è nostro interesse inserirci nella polemica che ne è seguita. Ma il punto è che Forgnone ha ragione. La domanda è: cosa può fare il Comune? È ovvio che l’Amministrazione non può non rispettare la legge per favorire le imprese biellesi, ma tra le diverse modalità regolari di gestione degli appalti pubblici può scegliere quella che permette alle nostre imprese di partecipare ed essere competitive.

L’amministrazione Gentile ha lanciato bandi di gara dal valore molto alto che hanno permesso solo a grandi aziende non biellesi di accedere, col risultato che non solo le aziende biellesi sono rimaste tagliate fuori in partenza, ma che stanno lavorando solo attraverso subappalti con un ulteriore abbassamento dei ricavi. La soluzione potrebbe essere invertire l’ordine dei fattori: proporre appalti di entità minore che permettano prima di tutto alle nostre aziende di partecipare, e quando queste non sono in grado di sopperire alle richieste siano loro a subappaltare ad imprese esterne, non il contrario. 

Il problema, dunque, non è solo la crisi ma anche la gestione del opere pubbliche, tra cui quelle del Pisu. Si chiama Piano Integrato di Sviluppo Urbano, ma dov’è lo sviluppo? I negozianti non vendono di più se gli si rifà la pavimentazione di una piazza. Se davvero vogliamo proporre un intervento urbano che sia anche uno sviluppo della città allora bisogna pensare ad azioni mirate. Ogni opera pubblica deve portarsi dietro un servizio alla comunità. Quei 18 milioni (che nessuno ha ancora visto, tra l’altro) dovevano diventare una grande occasione per proporre sia opere edili per rendere più bella e accogliente la nostra città, sia un’idea di sviluppo cittadino che invece è clamorosamente mancata.

Edgardo Canuto
Luca Sangalli

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