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Dpcm, limitazioni alle attività commerciali all’interno dei centri commerciali

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uomo in difficoltà

Nova Coop sostiene la posizione di preoccupazione espressa in modo unitario da ANCC-Coop, ANCD-Conad, CNCC – Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, Confimprese e Federdistribuzione in relazione alle nuove limitazioni imposte ai punti vendita presenti all’interno dei centri commerciali nel Dpcm varato ieri.

Il Presidente della cooperativa Ernesto Dalle Rive dichiara:

«Questa nuova limitazione comporta la chiusura dei punti vendita non alimentari dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi del periodo natalizio, cioè ben 11 giornate sulle 24 rimanenti di dicembre, configurando una grave limitazione al servizio dei cittadini, un pesante danno economico a tantissimi operatori del commercio e dei loro lavoratori e avvallando una misura contradditoria rispetto alle necessità di prevenzione sanitaria perché porterà indubbiamente, in concomitanza alle giornate di chiusura previste, ad un aumento degli assembramenti nei centri cittadini.

La misura – continua Dalle Rive – accresce inoltre l’incertezza interpretativa di cui continuano ad essere vittima le attività di vendita di supermercati e ipermercati, in balia di possibili interpretazioni ulteriormente restrittive delle normative che potrebbero inibire la vendita di generi indispensabili per i nostri clienti e i nostri soci. E’ evidente che complessivamente questa decisione del Governo, alterando la libera concorrenza, penalizza la grande distribuzione e, in particolare, soprattutto i negozi, spesso a conduzione familiare, che operano nelle gallerie degli ipermercati e nei centri commerciali che tanto hanno fatto e investito per garantire, anche in questa fase, un atto di acquisto svolto nelle migliori condizioni di sicurezza.

Riteniamo che il Governo – conclude Dalle Rive – debba cogliere con la massima urgenza l’invito rivolto dalle associazioni di settore a correggere il Dpcm, eliminando le limitazioni agli esercizi che operano nei centri commerciali, cancellando in tal modo una ingiustificabile disparità di trattamento fra esercizi che svolgono lo stesso servizio, rilevando che si tratta di strutture sicure, in grado di operare rigidi controlli per assicurare lo svolgimento della spesa in totale sicurezza per i lavoratori e per i clienti».

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