Senza categoria
Diciamo no al pirogassificatore
Cari politici andornesi, in passato avete già affossato i sogni di chi, portando al “Ferragosto Andornese” i big della canzone italiana come Celentano, Lucio Dalla, ecc., era certo di poter trasformare Andorno e sua Valle in quello che sarebbe poi diventato Castrocaro, non ripetete quell’errore distruggendone definitivamente il territorio
Un paio di decenni fa, quando anche nel Biellese in quasi ogni pianterreno girava una macchina tessile, eravamo la terza nazione manifatturiera del mondo. Oggi siamo già regrediti al quarto posto e domani continueremo a scendere, mentre cresceranno esponenzialmente molte regioni che sono oggi classificate come “terzo mondo”.
Sono gli effetti della globalizzazione, deleteri per buona parte di noi che costituiamo quell’8% di popolazione mondiale che possiede (anche se per la maggior parte piccolo) un conto in banca, positivi invece per la restante parte che saprà cogliere le occasioni offerte.
Nei nostri opulenti paesi sono così diventate molto diffuse parole come “trasformazione ed innovazione”: se ci impegneremo cioè a dare concretezza a queste due parole, eviteremo di sprofondare sempre più profondamente nel magma della povertà e delle diseguaglianze sociali.
I politici che avrebbero il compito di trasformare le idee in progetti non sembrano, oggi, all’altezza di farlo, siano questi ai vertici europei o siano alla guida di piccole comunità come quelli della nostra valle. “Creare nuovi posti di lavoro” è l’obiettivo primario, ma come? Qui la mente si annebbia, le idee diventano confuse, le carenze culturali determinanti!
Nella Valle Cervo, 150 anni fa circa, in una comunità di pastori non in grado di produrre lo stretto necessario alimentare per sopravvivere, gli uomini erano costretti ad emigrare. Chi in quel tempo guardando lontano, seppe pensare alla sua gente, creò una scuola che per decenni formò capomastri che furono ovunque apprezzati, trasformando potenziali pastori in affermati imprenditori.
Oggi che la Valle Cervo (ed il Biellese) sembra inesorabilmente destinata a scivolare verso quei tempi bui è legittima la preoccupazione dei politici della valle di tentare di arrestarne il declino. Non sanno però guardare lontano (forse non sanno neanche sognare) per porre un argine allo status quo: tanto che, per creare nuovi posti di lavoro non sanno che pensare ad un pirogassificatore! Valutazione costi/benefici: non pervenuta! Conseguenze per la salute dei cittadini: forse fa solo poco male e poi i danni si vedranno fra qualche anno! Futuro della Valle quando il pirogassificatore non sarà più produttivo: allora ci penserà chi di dovere! Cari politici della Valle Cervo e di altri posti analoghi vi accorgete che vi “state guardando i piedi”?
Come giustamente va vanamente predicando Sgarbi, l’Italia possiede il più grande patrimonio artistico e culturale del mondo che non può essere delocalizzato ma va solo curato e reso accessibile. Così, come un notissimo recente ministro ha affermato che “con la cultura non si mangia”, la politica d’oggi spinge i giovani a frequentare scuole tecniche (che ormai sfornano inutili operatori) a scapito di tutto quanto può favorire l’accoglienza, la comprensione, la guida ed il recupero dell’immenso patrimonio artistico posseduto. (se l’illuminato promotore del “laboratorio di restauro ligneo di Rosazza è tra i fautori del “piro” deve forse aver subito un trauma…) Le soluzioni alternative possono essere tante ne accenno una: lo stabilimento scelto per impiantare il “piro” ha una grandissima disponibilità d’acqua e copre una vasta superficie in cui si potrebbe certamente progettare un grande “Centro Benessere”.
Sottolineo che a fine ‘800 Andorno era rinomata per le sue “acque” e che, a differenza di quanto accaduto in molto note località svizzere ancor oggi attive, queste furono declassate ad alimentare l’industria dei cappelli. Poco lontano, in alto, si stende inoltre una vasta area in gran parte pianeggiante ed improduttiva che potrebbe essere trasformata in campo da golf (oggi in forte espansione). Cari politici andornesi, in passato avete già affossato i sogni di chi, portando al “Ferragosto Andornese” i big della canzone italiana come Celentano, Lucio Dalla, ecc., era certo di poter trasformare Andorno e sua Valle in quello che sarebbe poi diventato Castrocaro, non ripetete quell’errore distruggendone definitivamente il territorio. Le essenze arboree della nostra valle sono (e si dovrebbero operare per mantenere tali caratteristiche) essenzialmente legate a castagni, faggi e betulle, la cui maturazione avviene in non meno di cinquant’anni.
Voi che spergiurate che verrà bruciato solo cippato di legno (su Internet: pirogassificatore = inceneritore di rifiuti) come pensate di mantenere inalterato questo stato? Forse favorendo la crescita di acacie, la cui maturazione è dimezzata? O prevedendo la cessazione dell’attività quando solo anonimi cespugli copriranno i nostri monti?
Renato Sella
Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook