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All’ospedale un delicato intervento per prolasso di vescica e intestino

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Nei giorni scorsi all’Ospedale degli Infermi è stato eseguito un complesso intervento su una paziente che presentava un prolasso combinato di vescica ed intestino, cioè un abbassamento della parete genitale anteriore e posteriore.

Nei giorni scorsi all’Ospedale degli Infermi è stato eseguito un complesso intervento su una paziente che presentava un prolasso combinato di vescica ed intestino, cioè un abbassamento della parete genitale anteriore e posteriore.

L’intervento è stato condotto dall’équipe urologica guidata dal Direttore facente funzione dell’Urologia dell’Ospedale degli Infermi, Mauro Silvani, coadiuvato per la specificità del caso da Luca Chiappo, dirigente medico della Chirurgia ad Alta Complessità, struttura diretta da Roberto Polastri, e dall’urologo Elena Cianini, particolarmente esperta nel campo dell’urologia funzionale.

L’operazione è stata eseguita su una paziente “difficile”, in quanto già in passato era stata sottoposta ad altri tipi di interventi chirurgici, delicati. Il personale medico dell’ASL BI per curare il prolasso ha dunque eseguito una “colposacropessia”, che si caratterizza per la sospensione della vagina ad una struttura ossea del bacino, denominata promontorio sacrale, attraverso un sottile filo di sutura. Sollevando l’organo genitale femminile, infatti, si correggono contemporaneamente sia il prolasso vescicale, sia quello intestinale. Ciò ha permesso, in un’unica seduta operatoria, di ripristinare nella paziente la fisiologica anatomia pelvica.

Per via dei pregressi interventi a cui la paziente era stata sottoposta, è stato necessario, inoltre, utilizzare uno speciale dispositivo denominato Halba Mesh. L’urologo Mauro Silvani spiega: «L’Halba Mesh è una “rete di sospensione” dedicata a pazienti particolari, sottoposti a più interventi e per i quali non è possibile utilizzare materiali convenzionali. Il dispositivo è infatti posizionabile a contatto con l’intestino, diversamente dai materiali standard, ed è fissato ai tessuti semplicemente con una particolare colla sigillante, evitando così il ricorso ai punti di sutura».

La paziente è stata dimessa tre giorni dopo l’intervento, in ottime condizioni generali e con una buona ripresa delle naturali attività fisiologiche della pelvi. Il prolasso della vescica e dell’intestino sono stati corretti completamente proprio grazie a questo particolare intervento, che oltre ad essere di non semplice esecuzione è anche poco frequente: «Questo tipo di chirurgia non è seguita di routine in tutti i reparti di Urologia -continua Silvani-. L’Urologia dell’ASL BI effettua ogni anno in media 15 interventi di colposacropessia, casistica di un certo rilievo se paragonata all’attività di altri ospedali della regione e, soprattutto, all’interno del Quadrante nord orientale del Piemonte».

Ad oggi, l’intervento di colposacropessia rimane l’unico in grado di ripristinare l’anatomia pelvica femminile, correggendo i disturbi genitourinari associati. Per la selezione delle pazienti candidabili a questo tipo di chirurgia, sono molto importanti l’esame urodinamico e la risonanza magnetica, in particolare, la risonanza magnetica dinamica, indagine eseguibile all’Ospedale degli Infermi grazie alle apparecchiature e alle professionalità presenti presso il servizio di Risonanza Magnetica.

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