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Il fundraiser della cestovia

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Ha 37 anni e di mestiere fa il fundraiser, ma anche il project manager, il consulente in content managing, il gestore di campagne di crowdfunding e tante altre cose per me, nativo del Favaro, incomprensibili oltre che impronunciabili. E’ al centro di una offensiva che ha come obiettivo il sindaco di Biella, Marco Cavicchioli, ma che lo vede nella posizione del Malaussene de “Il paradiso degli orchi” di Pennac: capro espiatorio presso le “Edizioni del Taglione”.

Ha 37 anni e di mestiere fa il fundraiser, ma anche il project manager, il consulente in content managing, il gestore di campagne di crowdfunding e tante altre cose per me, nativo del Favaro, incomprensibili oltre che impronunciabili. E’ al centro di una offensiva che ha come obiettivo il sindaco di Biella, Marco Cavicchioli, ma che lo vede nella posizione del Malaussene de “Il paradiso degli orchi” di Pennac: capro espiatorio presso le “Edizioni del Taglione”.

 

Marco Cassisa è sposato con Sara Bertagnolio e da quattro giorni è padre di Leone. E’ laureato in scienze politiche, ha un passato di cronista (sei anni) di questo giornale, di capo staff assessorato contemporaneamente alla Provincia di Biella (presidente Scaramal) e al Comune di Biella (sindaco Barazzotto). E un presente di raccoglitore di fondi (fundraiser), un mestiere che, in barba all’americanismo, è italianissimo essendo nato con i preti raccoglitori di fondi per cause e finalità sociali.

 

In questa veste Cassisa ha concordato un progetto ed avviato una raccolta per salvare la cestovia del Camino: l’obbiettivo è raggranellare centomila euro di cui circa novemila finiranno nelle sue tasche. Un compenso adeguato e niente male per un professionista che vende un progetto ricavandone una provvigione. Il problema per il nostro fundraiser è la sua provenienza politica: il PD e l’area della comunicazione dello stesso, che l’ha visto, tra l’altro, parte dello staff che ha curato la campagna elettorale vincente del sindaco Cavicchioli, ovvero colui da cui avrebbe, come compenso per il servizio prestato, ricevuto l’incarico per la cestovia. A sollevare la questione con larghi suoni d’ottone il fratelloditalia Delmastro e il leghista Moscarola, uniche vive fra le anime morte dell’opposizione di Palazzo Oropa, i quali collegano il “piazzamento” di Cassisa a quelli, già avvenuti, degli altri due moschettieri dell’ufficio elettorale di Cavicchioli: Canneddu, diventato addetto stampa del sindaco, e Coen Sacerdotti a cui è stata affidata l’agenda digitale del comune.

 

L’operazione è stucchevole e molto provinciale, e non rientra neppure in quel meccanismo di spoil system di cui scrivevo giusto una settimana fa a proposito della sostituzione ai vertici dell’ATAP di Maurizio Barbera con Rinaldo Chiola. Nella funzione di raccoglitore di fondi per la cestovia del Camino, Cassisa non ha sostituito nessuno, così come Canneddu e Coen Sacerdotti. Tra l’altro è l’unico fundraiser di professione che circola dalle nostre parti, e pagarlo a provvigione correlata al risultato raggiunto, è corretto e molto apprezzabile, e andrebbe esteso a tutti, legando il compenso dei consulenti, dei presidenti e della compagnia cantante che si occupa delle società pubbliche e/o partecipate, ai risultati di bilancio. Quante poltrone, sedie e strapuntini cesserebbero d’essere ambiti e oggetto di squallide contese? 

 

giulianoramella@tiscali.it

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