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A Trivero e Cavaglià sono nati due piccoli “ospedali”
Sono state inaugurate ieri, alla presenza dell’assessore regionale alla salute Antonio Saitta, le case della salute di Trivero e Cavaglià. Si tratta delle prime 2 delle 7 previste per l’Asl di Biella. Non è un caso se la scelta è stata quella di iniziare dalle aree più periferiche del territorio biellese, perché tra i principi ispiratori del progetto case della salute, vi è proprio quello di potenziare e strutturare in modo organizzato una rete di servizi sul territorio.
Sono state inaugurate ieri, alla presenza dell’assessore regionale alla salute Antonio Saitta, le case della salute di Trivero e Cavaglià. Si tratta delle prime 2 delle 7 previste per l’Asl di Biella. Non è un caso se la scelta è stata quella di iniziare dalle aree più periferiche del territorio biellese, perché tra i principi ispiratori del progetto case della salute, vi è proprio quello di potenziare e strutturare in modo organizzato una rete di servizi sul territorio.
La parola chiave diventa “accessibilità” per costruire percorsi di assistenza, in grado di supportare i pazienti e rispondere a quelle richieste di salute quotidiane, meno complesse, ma per le quali le risposte devono essere tempestive, con monitoraggi mirati e controlli da parte dei professionisti. Ed è per questa ragione che all’interno di queste due realtà i cittadini avranno più possibilità: centro prelievi, con un sistema di prenotazione e giorni dedicati, ambulatori per le medicazioni e per le terapie iniettive, cure domiciliari e un ambulatorio infermieristico integrato nei percorsi diagnostico terapeutici avviati con i medici di medicina generale (MMG).
Presente anche il servizio vaccinazioni, la continuità assistenziale e un ambulatorio di cure primarie con la presenza dei MMG, 2 ore due volte a settimana, per la medicina di attesa e di iniziativa. Nei giorni scorsi è stato, infatti, raggiunto un accordo tra l’Asl di Biella e i due rappresentanti sindacali provinciali dei medici di medicina generale, FIMMG e SNAMI che va proprio in questa direzione.
Su entrambe le sedi, inoltre vi è l’opportunità di prenotare visite psichiatriche, ricevere consulenze del SERD per contrastare le dipendenze, ma anche seguire incontri di educazione alla salute. Alcuni sono a cura del dipartimento di prevenzione, con focus su alimentazione e nutrizione, gruppi di cammino, attività fisica e diversi altri temi. Su questo fronte in prima linea ci sono anche gli infermieri del distretto che con giornate dedicate puntano ad alimentare una maggiore conoscenza sui problemi di salute e su alcune pratiche utili per chi assiste anziani cronici.
A Cavaglià sono attivi anche diversi ambulatori specialistici: ginecologia, con prime visite e controlli prenotabili tramite CUP, diabetologia e oculistica. A Cavaglià oltre l’ambulatorio veterinario, vi è anche una parte di servizi dedicati alle donne, con un servizio di consultorio ostetrico dove poter eseguire esami batteriologici e citologici; in programma vi è anche l’integrazione di altre prestazioni. Ogni martedì inoltre sono programmati i corsi di accompagnamento alla nascita. A Trivero è presente l’ospedale di comunità che da 4 posti passa a 6 posti letto e gli ambulatori di medicina generale, con una presenza quotidiana di quattro medici di famiglia.
Assistenza su più fronti, ma anche tecnologia. Sono stati acquistati due totem – chiamati punti azzurri – con cui l’utente può in autonomia pagare il ticket e stampare i referti degli esami di laboratorio; presto il sistema sarà implementato e con lo stesso strumento sarà possibile eseguire prenotazioni specialistiche ambulatoriali e in libera professione, salvare immagini e referti radiologici, scegliere o revocare il medico curante.
Per agevolare i processi sono stati previsti alcuni servizi di telemedicina: come l’ecg paperless (senza carta): l’elettrocardiogramma viene spedito in tempo reale alla cardiologia ospedaliera per essere refertato e consegnato al paziente. Teleconsulti sono stati pianificati anche per la cura della ferite da parte degli infermieri che si recano a domicilio.
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