BiellaSale & Pepe
Quarantaquattro treni in fila per tre
La nuova versione di “Sale & Pepe”, la rubrica curata da Luigi Apicella

Quarantaquatttro treni in fila per tre col resto di zero potrebbe essere, simpaticamente, la sintesi della prossima adunata degli Apini a Biella lato treni. Quarantaquatttro sintetizza il numero delle corse in più nel weekend dal 9 all’ 11 maggio, tre appunto i giorni interessati dall’evento, zero o poco più il numero delle corse del fine settimana per il nostro territorio senza il “miracolo” delle penne nere.
Il nostro, lo sappiamo bene, è un territorio pressoché sprovvisto di collegamenti ferroviari il sabato e la domenica, mentre nel resto della settimana è un calvario senza sosta tra ritardi, soppressione e disagi senza fine. È così da decenni e poco ci consola sapere che il capitano della lega nonché ministro dei trasporti Salvini sia al corrente della situazione biellese, perché al solito tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.
Vedremo se il dopo adunata, come scrive qualcuno, lascerà a Biella una scia positiva da cui attingere e ripartire in termini di operosità, voglia di fare, attenzione alle cose concrete. Perché vedete, se il vescovo fa riferimento a un territorio mai così povero in cui il lavoro non basta più, se i rincari dei generi di prima necessità anche per Pasqua secondo il codacons di Biella sono una realtà con cui fare i conti, tutto questo vuole dire che ci vuole attenzione massima e supporto totale anche della politica per la vita quotidiana, per i problemi reali della gente biellese e di un territorio sfiorato nei giorni scorsi da una quasi alluvione per fortuna scongiurata.
Ecco perché fa sorridere, e lo dico con rispetto massimo, leggere l’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale di Biella in cui i problemi più importanti di questa città, per certe forze politiche, sembrano riguardare il conferimento o la revoca di cittadinanze onorarie dei tempi che furono. Basta con questa visione utilitaristica della storia patria che ha già stabilito quale era la parte giusta della storia. Che il prossimo 25 aprile ci liberi finalmente, a ottant’anni da quelle vicende, da questo modo di fare politica guardando indietro…
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