Sale & Pepe
Fumata grigia nel conclave di Palazzo Oropa
Il commento di Luigi Apicella
Care amiche e cari amici,
“il conclave a porte chiuse” del centrodestra biellese si è chiuso con una fumata grigia dal comignolo di palazzo Oropa su cui, in questi mesi, si era concentrata l’attenzione non dei media nazionali, per carità su questo Corradino ha già dato, ma quantomeno di una buona parte della città, quella più attenta e speranzosa. Un antico proverbio popolare recita, da secoli, una verità assoluta: “morto un Papa se ne fa un altro”. Biella non c’è che dire, su questo punto è stata realmente “città creativa” creando un precedente che rimarrà anch’esso scolpito nella nostra tradizione locale: “morto un Papa, se ne fa uno… uguale”.
Ed ecco così “risorgere” dalle polveri dei tanti cantieri cittadini improvvisati l’assessore ai Lavori Pubblici Zappalà, ritenuto dal sindaco il principale responsabile della mancata partecipazione al famigerato bando per la riqualificazione urbana, e che ora riappare in Giunta con tutti gli onori affiancato, in questo, da altre personalità di spicco quali Mello Rella e Claudia Ramella (se tutto verrà confermato…).
Siamo a livelli altissimi, una sorta di moltiplicazione degli assessori e dei ruoli che ha del miracoloso. Specie se si considera che chi ha fatto il miracolo, ai tempi della giunta Cavicchioli, si era “strappato le vesti” di fronte all’intenzione dell’allora sindaco di centrosinistra di aumentare, con le stesse motivazioni di oggi, il numero dei suoi assessori in Giunta. Una sorta di conversione fulminante sulla via di… “Vergnasco” da parte dei protagonisti di questa vicenda o un gesto, molto più pratico, alla Ponzio Pilato? Ai posteri l’ardua sentenza.
E Corradino da tutta questa vicenda come ne esce? Tutto si può dire sul bravo Claudio ma non che non sia un Sindaco che vede lontano. Aveva già capito in campagna elettorale che avrebbe avuto a che fare, diventando primo cittadino, con diavoli e acque santiere di ogni tipo. Per questo quel gesto di “inginocchiarsi” davanti al suo leader Salvini era in realtà un messaggio che andava letto tra le righe e che aveva ben altri destinatari.
E i fatti di questi giorni e di questa “crisi di Giunta” lo hanno confermato pienamente. Corradino, al di là del rapporto personale e delle dichiarazioni pubbliche che deve rendere, non ha amministrato bene questa città. Non è solo colpa sua, certo, ma anche se avesse delegato meno e controllato di più (come dichiarato sulla stampa locale) non credo che ci troveremmo oggi per Biella e il suo futuro in una posizione migliore. Ora lui, seppure con un Giunta fuori dalla crisi, resta a tutti gli effetti un sindaco “commissariato”, che non potrà decidere nulla se non con l’assenso dell’alleato più potente già proiettato, per il prossimo giro elettorale, su altri nomi e su altri profili. Spiace dirlo ma per Corradino dal “gioco dei nove” al “pranzo è servito” il passo sarà breve.
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