BiellaSale & Pepe
Dazi Usa e politica locale, siamo su Scherzi a Parte
La nuova versione di “Sale & Pepe”, la rubrica curata da Luigi Apicella

Gerardo Carmine Gargiulo, cantante e compositore negli anni ‘80, cantava “Un gita sul Po non è andare in America né in Unione Sovietica, costa poco però, popopopo…”. Altri tempi direte voi, ma di colpo tornati di attualità con la storia dei dazi di Trump, dal primo agosto (ma cambierà ancora) al 30% nei rapporti con l’Europa. Per non pagare dazio, bisognerebbe andare a produrre in America, emigrare come in passato, delocalizzare, rischiando così – in uno scenario da fantascienza ma mica tanto – che il nostro Biellese diventi ancora più anziano con meno abitanti.
Se i dazi di Trump “gelano” gli imprenditori biellesi chiamandoli ad un confronto sul futuro del distretto, tra scenari da delineare e possibili contromosse, la nostra politica cittadina continua serena la sua amministrazione di piccolo cabotaggio dell’esistente. Il degrado urbano della nostra città è sotto gli occhi di tutti? La colpa – ci dice in estrema sintesi il bravo assessore Franceschini sulla stampa – è da attribuirsi a chi ci ha preceduti, non possiamo arrivare ovunque. Peccato che la passata legislatura fosse dello stesso colore dell’attuale, di centrodestra, che Franceschini fosse segretario di Fratelli d’Italia, partito oggi del sindaco alla guida della città, che l’assessore competente di allora, Zappalà, al centro della controversia politica con l’ex sindaco leghista Corradino per i milioni di euro persi per la città sul fronte PNRR, sia stato premiato a prescindere, con la candidatura a Consigliere Regionale.
Quindi dati alla mano, direi… nulla di nuovo sotto il Mucrone. Con un’aggiunta ulteriore: evidentemente a Biella l’importante, per l’elettore, è che non governi la maggioranza opposta alla sua: poi che la città cada a pezzi tra strade, ferrovie, degrado, vetrine chiuse, perdita di posti di lavoro non importa, sono dettagli trascurabili. Prevale il campanile, il senso di appartenenza, la colpa per le cose non realizzate è sempre dell’altra fazione. Peccato, però, che nel caso di Franceschini questo “giochino” dello scarica barile funzioni poco…
A proposito di disagi, interessante leggere in questi giorni la testimonianza della consigliera regionale Rocchi, alle prese con un viaggio della speranza sui nostri treni locali, tra aria condizionata spenta, porte chiuse, ritardi, malori dei passeggeri in stazione. Un calvario per lei, la quotidianità ordinaria per i tanti passeggeri pendolari. Chissà mai che, grazie alla testimonianza “sul campo di battaglia delle ferrovie biellesi” della consigliera, si possa fare qualcosa di concreto, anche fuori tempo massimo magari coinvolgendo in questa “esperienza da vivere” anche i nostri parlamentari biellesi.
Piccola morale finale per assurdo: se prevalesse il “ragionamento” tanto caro ai nostri politici locali, è come se l’imprenditore di turno, con alle porte una guerra commerciale con gli USA, dichiarasse di non preoccuparsi sui dazi al 30%, essendo il presidente USA del suo stesso orientamento politico. Assurdo appunto, quasi fossimo su Scherzi a parte. Ma a Biella tutto è possibile…
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Ardmando
17 Luglio 2025 at 17:34
Forse se il famoso/famigerato pizzaiolo-politicante si occupasse di parlare si impasti, mozzarelle e forni a legna, materie dove è competente e lasciasse perdere argimenti dei quali è EVIDNETE che non capisce nulla, ci farebbe più bella figura.
Treamte tutti!! Arrivano i dazi. Solo chi non capisce nulla di economia, di Trump e della geopolitica attuale li teme. Gli altri sanno che il gioco di Trump è appunto un gioco volto ad ottenere accordi commerciali. Anche lui, nella sua contradditoria stupidità sa bene che imporre dazi salati significherebbe riceverne in eguale misura e che questo avrebbe un impatto devastante sulla malatissima economia americana e sui suoi consumatori.
Trump è un imbecille ma non è COSI’ stupido.
Il resto sono chiacchiere da bar della solita sinistra italiana, che a mala pena sa dove si trovi l’Italia sulla cartina.