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Biella, gli Alpini e il ricordo di Papa Francesco

La nuova versione di “Sale & Pepe”, la rubrica curata da Luigi Apicella

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Biella si sta avvicinando al suo appuntamento “vetrina” davanti al Paese: in questi giorni si percepisce il senso di attesa per l’adunata nazionale delle penne nere, con tanto di parola d’ordine posta ad ogni ora della giornata anche al sottoscritto: “Siete pronti per gli Alpini?”. Per molte aziende locali sarà l’occasione per farsi conoscere, per far conoscere il Biellese e le sue eccellenze, un banco di prova importante non solo a livello organizzativo ma anche di immagine.

Solo così, facendo bene ciascuno per il proprio ambito, sarà possibile prolungare l’onda lunga di questo evento per i mesi a venire, in modo che si possa ragionare di un nuovo modo di fare e gestire l’accoglienza per un territorio che notoriamente su questo fronte ha molto da offrire ma anche tanto da imparare.

In una logica che, mi piace ricordare qui, è quella di costruire ponti e di abbattere muri tanto cara a papa Francesco, un gigante del panorama politico e morale di questi tempi così incerti e dolorosi. Niente a che vedere con la politica locale e (molto) provinciale che è riuscita – anche in circostanze eccezionali come quelle di questi giorni – a spostare l’attenzione sulle solite beghe divisive, anacronistiche e di partito legate al 25 aprile che nulla più hanno a che fare con la festa di liberazione. Questa festività, lo ribadisco per l’ennesima volta, è radicata nel Paese senza se e senza ma: continuare a utilizzarla per creare divisioni ideologiche e non, per gridare al pericolo fascista per il semplice fatto che al governo c’è la Meloni, per scrivere cartelli carichi di odio con la scritta piazzale Loreto al contrario lo trovo francamente fuori tempo massimo. Chi evoca il fascismo di ritorno, lo fa per mero opportunismo di partito, tenuto conto che, per contro, in libreria c’è che chi campa da decenni con libri e scritti dedicati al duce e al suo regime lontano anni luce dalla realtà dei giorni nostri.

Le vere cittadinanze, da valorizzare e da celebrare anche a Biella, sono quelle delle nuove generazioni di italiani che, figli di genitori stranieri arrivati nel nostro Paese, devono essere oggi riconosciuti cittadini italiani a tutti gli effetti: sono integrati, parlano italiano, sognano e sperano come noi sotto un cielo italiano. A loro, ma ai giovani in generale, dobbiamo affidare le chiavi del futuro del nostro Paese. Anche da Biella tanti di loro sono partiti alla volta di Roma per celebrare il giubileo degli adolescenti, momento formativo importante ma anche doloroso per la scomparsa di papa Francesco. Provenienti da 12 parrocchie delle diocesi, erano in più di 400 riuniti in preghiera tra piazza San Pietro e via della Conciliazione con l’obiettivo di guardare ad un mondo migliore senza guerre, senza contrapposizioni, senza ipocrisie.

Quando festeggiamo la festa della liberazione guardiamo avanti, al futuro, alle generazioni che verranno, al cambiamento che, per definizione, questi ragazzi di qualsiasi colore, religione o fede, portano avanti ogni giorno…

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