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Politica

Serve un sindaco forte

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L’esponente del Pd: “Il desiderio di un futuro primo cittadino senza particolari poteri taumaturgici da campagna elettorale, ma dotato di una chiara leadership, in questo periodo in cui si è accentuata l’attitudine nostrana alla chiusura al mondo e alle idee, diventa necessità”.

Partito il totosindaco, a cui questa e altre testate  hanno iniziato  a partecipare, e in attesa di un autunno che sarà probabilmente gravido di brutte notizie – e questa non sarà certo tra le belle -, voglio  aprire una parentesi sognante. Più che sognante, desiderante.

Lasciamo perdere, solo per un attimo, il contesto economico nazionale e internazionale e consideriamo soltanto quello locale. L’attuale situazione economica è sicuramente la peggiore che il Biellese sta attraversando dal ‘900 in qua. Una situazione che ha determinato sì una crisi economica di una portata mai vista, ma anche la contemporanea crisi di sistema del territorio, che si presenta ora come immobile, senza prospettive e in preda a una recessione anche sociale. E questo è il contesto nel quale il futuro sindaco si troverà, suo malgrado, a operare; in un momento in cui c’è parecchia confusione anche dal punto di vista istituzionale e, con una provincia commissariata di cui non conosciamo il destino, il governo del capoluogo assume un’importanza inedita e una maggiore incidenza per l’intero comprensorio.

Ecco che il desiderio di un futuro sindaco senza particolari poteri taumaturgici da campagna elettorale, ma dotato di una chiara leadership che gli permetta di tracciare un efficace percorso amministrativo, in questo periodo in cui si è pure accentuata l’attitudine nostrana alla chiusura al mondo e alle idee, diventa necessità.

In un momento straordinario occorrono uomini altrettanto straordinari, che sappiano intendere una visione globale che vada oltre quel nostro piccolo mondo antico in cui eravamo tutti “fedeli ad abitudini di cui si sarebbe detto che solo un cataclisma universale potesse interromperle”. Il desiderio, che si confonde con la necessità, di una persona autorevole, capace e competente, illuminata addirittura.

Ma la realizzazione di questo sogno è legata ai posizionamenti pre-elettorali delle segreterie di partito, delle liste civiche e movimentiste che cercheranno e troveranno accordi di governo. Saranno loro a dover evitare il trito giochetto ricattatorio e spartitorio d’assessorati e posizioni favorevoli nelle partecipate che ancora resistono.

C’è necessità più di contenuti che di persone; di una forte e sincera condivisione di un programma in fase di stesura e di un sostegno altrettanto forte e scevro da ipocrisie che spinga l’aspirante sindaco verso la sua realizzazione compiuta.

 Ci vorrebbe una sorta di patto di sangue tra le alleanze possibili,  affinché il Consiglio Comunale si trasformi in garante della stabilità politica di un sindaco libero di decidere e di scegliere in funzione di un progetto condiviso, non solo tra liste e partiti, ma sappia confrontarsi e ascoltare la società civile, a partire dai rappresentanti degli enti.

Un sindaco libero di scegliere, tra uomini e donne di buona volontà, una giunta che sia espressione anch’essa di competenza e autorevolezza.

Sempre che i riflettori, in questa fase, si spostino dalla sua figura a quella degli aspiranti consiglieri, con l’opportuna attenzione nella compilazione delle liste per arrivare ad avere un Sindaco sostenuto dal suo Consiglio Comunale, e non da questo, per qualsiasi motivo, ricattato. In tempi difficili come questi, la politica può essere interpretata come un’opportunità professionale alternativa e quindi cosa ben diversa dalla cultura del  cura promovendae salutis.

Gli esempi negli ultimi anni, anche in terra nostrana, si sprecano. Oggi, lo slogan dovrebbe essere: “Biella la si serve, non ci si serve”.