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Scanzio e Governato nonni, Castagnetti barman

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I periodici tsunami che caratterizzano la politica nazionale si ripercuotono ovviamente anche negli enti locali.

Così come nell’era Berlusconi erano stati gli amministratori di centrosinistra a pagarne le spese oggi il ciclone Renzi ha capovolto la situazione con un’intera classe di presidenti, sindaci e assessori di centrodestra costretti, salvo qualche eccezione, a fare le valigie.

I periodici tsunami che caratterizzano la politica nazionale si ripercuotono ovviamente anche negli enti locali.

Così come nell’era Berlusconi erano stati gli amministratori di centrosinistra a pagarne le spese oggi il ciclone Renzi ha capovolto la situazione con un’intera classe di presidenti, sindaci e assessori di centrodestra costretti, salvo qualche eccezione, a fare le valigie. E allora che fine hanno fatto i vari Scanzio, Castagnetti, Governato che per anni sono stati, al di là del ruolo istituzionale occupato, una presenza costante agli occhi dei biellesi attraverso stampa e televisioni locali, dibattiti e incontri vari?

Partiamo da quello che è stato per un’intera legislatura il numero uno dell’amministrazione provinciale, poi declassato al secondo posto per giochetti romani, certamente uno dei più conosciuti, il presidente Orazio Scanzio.

«La conclusione della legislatura – risponde il diretto interessato – ha coinciso anche con il termine della mia attività lavorativa (direttore del collegio edile biellese, ndr) visto che dal 1 gennaio 2014 sono in pensione. Quindi trascorro molto del mio tempo in Liguria nella casa di famiglia curando innanzitutto i miei splendidi nipoti Beatrice e Ludovico. Dopo di loro c’è la mia grande passione». Come è noto a molti, la “grande passione” dell’ex presidente sono le auto storiche, un hobby coltivato praticamente da sempre. «E’ proprio così – continua Scanzio – posso finalmente dedicare loro tutto il tempo che voglio senza alcuna limitazione». Ma non è finita. 

«Spesso e volentieri – continua – mi reco in Costa Azzurra, terra di origine di mia moglie, dove ho iniziato a coltivare gli ulivi, e anche questo è diventato motivo di grande soddisfazione». Da Sanremo e dalla vicina Francia la politica biellese sembra solo un ricordo. «Non voglio più parlarne, quella di amministratore pubblico è stata un’esperienza molto importante e affascinante ma ormai è dietro le spalle. Potrei magari togliermi anche qualche “sassolino dalle scarpe” ma a che pro? Guardo avanti, ciò che è stato è stato».

Un altro che non vuole più sentire parlare di politica è l’ex assessore provinciale Fausto Governato Greggio, che per un certo periodo ha ricoperto anche il ruolo di presidente dell’Ato, l’autorità interprovinciale pubblica per le gestione delle acque. «Sto benissimo faccio la vita da ricco pensionato, dove il termine “ricco” sta per ricco di soddisfazioni. Trascorro le giornate curando il giardino, andando a pesca e impegnandomi in memorabili partite a belot con gli amici di Netro». Per chi non lo sapesse, e immaginiamo siano non pochi, il gioco citato da Governato è una variante del  tre sette. «Ma soprattutto sono diventato nonno di una splendida nipotina di otto mesi, Alice, e siccome la piccolina vive a Londra ogni tanto prendo e parto. Sto benissimo».

E la politica? «Lontana anni luce, non voglio più sentirne parlare. Quello che vedo in giro, sia a livello nazionale che locale, mi fa inorridire. Leggo, tanto per fare un esempio, che Gianluca Susta è rientrato nel Partito democratico, dopo aver girato tutto il mondo, ha deciso di ritornare alle origini. Queste cose, cambi di casacca continui non li sopporto più. Dovrebbero fare una norma per impedire questo continuo girovagare da una formazione all’altra solo per poter mantenere la poltrona: se sei eletto in un partito ci rimani fino alla fine della legislatura, se non ti va più te ne torni a casa e lasci il posto a un altro. Dovrebbe essere così». E del suo centrodestra Governato cosa pensa? «Quando c’ero io Forza Italia era costituta da due persone, Gilberto Pichetto e Pier Giorgio Fava. Ora sono scomparsi anche loro, l’unica persona rimasta in Forza Italia è… Silvio Belletti. Sa che le dico? Che se domani il Presidente della Repubblica dovesse offrirmi un incarico politico da 10mila euro al mese risponderei di no. Sto bene dove sono, non voglio saperne più nulla».

Dismessi i panni di amministratore pubblico, Luca Castagnetti mantiene ancora una notorietà per essere diventato il titolare di uno dei ritrovi cittadini più “trendy” – si dice così oggi – ovvero il “Golden Bistrot” di via Marconi. «La vita è una sorpresa continua – esordisce l’ex assessore provinciale – vent’anni fa presi il diploma di sommelier professionale. Lo feci perchè coltivavo una passione, un hobby, non avrei mai pensato  che un giorno mi sarebbe diventato utile. E invece eccomi qui a lavorare tra i giovani e per i giovani. Ed è veramente una grande soddisfazione».

A dispetto di Scanzio e Governato, a Castagnetti è rimasta ancora una passione, seppur piccola, per la res pubblica anche se esclude in modo categorico un suo ritorno sul palcoscenico: «Assolutamente no, non ci penso proprio, per due ragioni. La prima è che negli ultimi tempi, quando ricoprivo la carica di assessore provinciale, avvertivo una certa stanchezza perchè a dispetto di quello che pensa la gente  fare l’amministratore in comune e provincia non è affatto una cosa semplice. Il secondo motivo è che non riesco più a capire la politica. Continuo a frequentare Fratelli d’Italia perchè al suo interno c’è gente come Andrea (Delmastro, ndr), o Livia (Caldesi, ndr) con i quali mi lega una profonda amicizia e una lunga militanza ma, tanto per fare un esempio, la scelta nazionale del movimento incentrata sull’alleanza con Lega Nord non mi trova assolutamente d’accordo. Ecco, mi potrei definire un osservatore della politica, ma niente di più».
Mentre l’ex consigliere regionale Lorenzo Leardi è ritornato all’attività lavorativa in seno all’ente pubblico dove prestava servizio, uno che invece non ha attaccato le scarpe al chiodo è Guido Dellarovere, ex assessore provinciale e primo cittadino di Occhieppo Superiore. «In questo periodo – afferma – mi dedico alle mie grandi passioni, la famiglia e la caccia, continuando ovviamente la libera professione che non avevo mai abbandonato nemmeno quando ricoprivo incarichi istituzionali a livello provinciale. Per quanto riguarda l’attività amministrativa continuo nel piccolo a svolgere il ruolo di consigliere comunale a Occhieppo Superiore: insomma non  ho alcuna intenzione di smettere di interessarmi di politica».

Walter Leotta

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