Politica
L’odissea di Marco Vigliocco
«Difenderò in tutte le sedi i miei diritti e quelli dei pedolari»
Buongiorno, in data odierna, per motivi lavorativi, ho viaggiato da Biella a Milano. Non essendo la mia tratta abituale, ho acquistato un biglietto singolo online. Alle 7.05 sono partito da Biella San Paolo alla volta di Novara, con il treno 4065. Un primo stop a Rovasenda, per attendere un treno incrociante in ritardo. Quindi un secondo stop in aperta campagna tra Carpignano Sesia e Novara. Il capotreno dice che tanto chi va a Milano ha un collegamento ogni 20 minuti. Nessuna preoccupazione per i viaggiatori. Risultato: arrivo a Novara con 17 minuti di ritardo, giusto in tempo per perdere la coincidenza. Bisogna attendere un ulteriore quarto d'ora per intercettare un treno che porta non a Stazione Centrale come preventivato, ma a Porta Garibaldi (all'arrivo dovrò anche comprare il biglietto della metropolitana, non preventivato). A quel punto il treno per Milano viene annunciato con 20 minuti di ritardo, quindi 25.
Alla fine giungo a Milano con un'ora di ritardo. Ovviamente a Trenitalia ciò non importa. Ho subito un disservizio e va bene così.
Finisco i miei impegni anticipatamente, nonostante il mio biglietto online preveda la partenza con il treno Milano-Torino delle 19.15, prendo il treno precedente, alle 18.18.
Sono alla ricerca di un posto, giro tutte le carrozze, ma c'è gente in piedi. Alla fine mi siedo nell'unica carrozza in cui ci sono posti liberi, ma è di prima classe. All'arrivo del capotreno, consegno il biglietto, facendo notare che mi posso spostare in seconda classe, ma che mi deve trovare un posto a sedere (tra l'altro, stare in piedi è pericoloso, soprattutto in caso di eventuali frenate improvvise). Mi risponde che devo pagare il sovrapprezzo e che poi non sono in regola, perché avrei dovuto usare il treno dopo. Gli rispondo che nemmeno Trenitalia era in regola nel farmi arrivare a Milano con un'ora di ritardo. Il biglietto online e' nominativo, quindi può leggere il mio
nome, il numero del biglietto ed anche il numero della "carta freccia" di Trenitalia.
Lui mi dice di essere un pubblico ufficiale, che quei dati non sono sufficienti e che sono obbligato a fornirgli il documento, perché lui è un pubblico ufficiale. Gli rispondo che deve chiamare la Polizia di Stato, agli agenti fornirò volentieri le generalità, facendo verbalizzare tutto. Si rifiuta, prende nota su un pezzo di carta qualunque dei dati del biglietto e mi dice che mi arriverà la multa a casa.
Non pagherò alcuna multa, a meno che Trenitalia non mi rimborsi per il ritardo mattutino e per la spesa inutile dell'utilizzo della metropolitana.
Il biglietto online ha lo stesso costo di un biglietto acquistato in una biglietteria di Trenitalia, con la differenza che nel primo caso è limitato nell'utilizzo, mentre nel secondo caso e' valido per due mesi su tutti i treni della stessa categoria e tratta.
Per la cronaca, il treno con questo solerte capotreno ha portato un ritardo di alcuni minuti per una fermata a Rho non prevista.
Chi ha ragione? Se io sbaglio pago, se Trenitalia sbaglia, va bene così. Io pago il biglietto e le tasse. Perché non ho diritti? Perché non ha voluto chiamare la Polizia?
Inoltre non mi ha dato le sue generalità, ma si è, con tono arrogante, "complimentato" per il mio comportamento.
Chiedo a Trenitalia di sapere chi sia il signore, perché certamente anch'io provvederò per il comportamento. Tra l'altro mi ha detto che loro possono declassare la
carrozza in casi non ci siano posti. Perché non l'ha fatto? Perché non mi ha fatto un regolare verbale? In mano non ho nulla. Cosa farà con quel pezzetto qualunque di carta. Non sono nemmeno l'unico in queste condizioni. Cosa farà? Agli altri neppure ha chiesto sovrapprezzo o estremi.
Sono pronto a procedere in ogni sede, perché la legge è uguale per tutti, anche per capotreno e Trenitalia. O no?
Tra l'altro, da Presidente di un'associazione pendolari, di storie di questo genere, ne sento tutti i giorni ed è ora di finirla.