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Pausa Caffè

Quella webcam che tradisce il cafone

La rubrica di Giorgio Pezzana

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Curiosando nelle webcam del Santuario di Oropa, mi sono trovato l’altro giorno immerso nella grandiosità della Basilica Superiore ove per la stagione dei pellegrinaggi è stata trasferita la statua della Madonna Nera.

Pur preferendo l’ambiente più intimo e raccolto della Basilica antica, la maestosità del grande tempio che attualmente ospita la preziosa scultura genera uno stato di soggezione anche semplicemente vivendola attraverso le telecamere. E’ un passaggio incessante di pellegrini, un rito che si ripete ogni anno, una testimonianza di fede diffusa che il tentativo di scristianizzazione in atto da tempo non riesce a scalfire. Le telecamere però colgono anche taluni comportamenti che rivelano il mutamento profondo dei principi educativi che si sono evoluti nel tempo.

Un Santuario non è un luogo di villeggiatura e, soprattutto, la basilica che custodisce la reliquia più preziosa, non è un monumento né un allestimento museale. Quindi, aggirarsi davanti all’altare con le mani in tasca, voltare le spalle all’altare senza inchinarsi o segnarsi con il segno della croce, sedersi ai banchi come si starebbe all’osteria, è sintomo di una pesante maleducazione poiché quello è un luogo sacro e ci si attende che chi lo frequenta sappia comportarsi di conseguenza. Non parliamo poi del soggetto che cammina senza posa davanti all’altare scambiando messaggini al cellulare.

La magia della webcam ci porta in luoghi ove in quel momento non possiamo essere, ma ci rivela anche comportamenti che tradiscono chi forse non sa di essere visto (o lo sa ma non gliene importa nulla). Non si ha la pretesa che chi varca le soglie di un luogo sacro sia necessariamente un devoto (anche se si spera che la luce della fede lo tenti almeno un po’), ma si dovrebbe giustamente pretendere il rispetto per il luogo e per chi, invece, si trova lì per trovare conforto nella preghiera. Oropa è grande e ci si può recare anche soltanto per godere di un po’ di frescura o per mangiare una polenta concia in trattoria, luogo ove ci si può sedere come si vuole, si possono tenere le mani in tasca e si possono scambiare messaggini con lo smartphone. Al cospetto dell’altare e della Madonna però si auspica rispetto e neppure il non credere giustifica la maleducazione.

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1 Commento

1 Commento

  1. Ardmando

    21 Agosto 2025 at 18:40

    E’ un edificio storico oltre che un luogo “sacro”, non diamo per scontato che ci entra lo faccia perchè seguace di una religione, ma molti lo fanno semplicemente per visitare un luogo, per ammirare la sua costruzione e vedere cosa vi è all’interno. Non è necessario seguire un protocollo cerimoniale per entrare in una chiesa, che è prima di tutto un edificio costruito dall’Uomo, col sacrificio di tanti esseri umani che spesso hanno perso la vita mentre vi lavoravano. Parlare di maleducazione perchè qualcuno non segue il “cerimoniale” è davvero eccessivo e francamente piuttosto ridicolo, specie al giorno d’oggi.
    Sarei d’accordo se il soggetto (che non è l’unico, questo lo posso assicurare personalmente al Sig. Pezzana) avesse agito in modo da disturbare una funzione religiosa, se avesse sporcato o rovinato qualcosa, se avesse imprecato o fatto baccano. QUESTO sarebbe mancare di rispetto verso la storia e l’antichità del luogo piuttosto che verso una religione.
    In non seguire il “cerimoniale” non lo è. Io non ho MAI fatto alcun gesto o inchino o segno o qualsiasi altra cosa entrando o uscendo da un luogo come quello, perchè vi entro unicamente per ammirare l’opera dell’Uomo non la vacua ed effimera nullità dell’essenza religiosa.
    Evidentemente però, il mancare di rispetto (a cosa o a chi non si sa) o meno, è un concetto piuttosto flessibile.

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