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Perché italiani ad ogni costo?

Ecco “Pausa Caffè”, la rubrica settimanale di Giorgio Pezzana

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E’ bello constatare che a due settimane dalla grandiosa Adunata nazionale degli Alpini a Biella, in molte strade ed edifici della provincia sventolino ancora i tricolori. E’ un bel segnale che, grazie alle “penne nere”, per qualche giorno e per un po’ di giorni ancora, ha fatto riscoprire l’orgoglio di appartenere ad un Paese che, comunque lo si voglia vedere, ha contribuito a scrivere la storia del mondo.

Le bandiere nazionali esposte in bella vista purtroppo non appartengono alla nostra tradizione, anche perché veniamo da decenni in cui una parte politica del nostro Paese ha preferito tentare di farci sentire cittadini europei prima che italiani. Eppure, in altri Paesi i vessilli nazionali sono esposti tutto l’anno all’esterno di abitazioni private e sedi istituzionali. Penso alla Svezia ed agli Stati Uniti, ma anche alla vicina Svizzera. Stati ove non ci si vergogna di un’appartenenza ed evidentemente l’essere o non essere parte di progetti più ampi, non preclude un legittimo orgoglio nazionale.

In Italia no. Qui siamo rimasti all’”italiano vero” della canzone di Toto Cutugno, ultimo baluardo prima della deriva antitaliana di chi ci vorrebbe cittadini del mondo. Da qui scaturiscono le mie perplessità sul quinto punto del referendum indetto da Cgil & C. per il prossimo week end, quello sul dimezzamento dei tempi per l’assegnazione della cittadinanza italiana. Intanto una prima considerazione: per quale ragione un albanese, un pakistano, un peruviano o un africano dovrebbero desiderare così ardentemente la cittadinanza italiana? Si vergognano forse delle loro origini? E noi, perché dovremmo concedere con così tanta facilità la cittadinanza italiana a persone originarie di altri Stati, venute qui per studiare e/o lavorare, non certo per rinnegare le proprie origini?

Tutto ciò mi sa di forzatura che ha altri obiettivi, purtroppo ideologici ed elettorali. E’ italiano chi nasce in Italia, anche da genitori non italiani. E’ italiano chi frequenta le nostre scuole, fa propri i nostri valori, parla la nostra lingua, conosce la nostra storia, condivide il nostro stile di vita e in virtù di tutti questi requisiti, esprime in modo esplicito il desiderio di essere italiano (come fanno, per esempio, diversi atleti che scelgono di vestire con orgoglio la maglia azzurra pur non essendo italiane le loro origini). In tutti gli altri casi, si tratta di stranieri che vivono in Italia. E non c’è nulla di male, se lo fanno rispettando le nostre regole.

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3 Commenti

1 Commento

  1. .Bruno

    5 Giugno 2025 at 17:20

    giusto ed è per questo che voto si tutti dovrebbero capire ma le menti chiuse non capiranno mai che il mondo non ha confini

  2. Ardmando

    5 Giugno 2025 at 19:32

    No alla cittadinanza facile, no all’integrazione, no alla colonizzazione. Ripuliamo l’Italia e l’Europa. Boicottare il referendum è un dovere morale e civile.

  3. .Bruno

    5 Giugno 2025 at 20:50

    si all integrazione votiamo si a tutti i referendum mandiamoli al macero i non votanti di destra e un dovere morale e civile votare e un dovere morale e civile a prendere a pedate chi fa propaganda per non andare

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