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Biella

Il Museo è ancora del… Territorio?

La “Pausa Caffè” firmata da Giorgio Pezzana

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rubrica pezzana

Dal 3 giugno scorso a tutt’oggi, il Museo del Territorio Biellese è chiuso al pubblico.
Sul sito si legge “per l’avvio di un importante progetto di ristrutturazione”, ma non si specifica di che si tratta e, a dire il vero, pare che nessuno sappia con precisione cosa stia accadendo. Ciò che si sa è che per fare posto alla discussa mostra su Van Gogh si decise di smontare l’enorme struttura paraboloide posta all’ingresso dell’area museale e di spostare altrove la teca che custodisce il prezioso “vascapun”.
Non si sa se l’”importante progetto di ristrutturazione” contempli la risistemazione di entrambi gli oggetti o se, almeno per quel riguarda il paraboloide, sia destinato a rimanere smontato in qualche magazzino. Di certo la sensazione è che dopo parecchi anni dalla sua inaugurazione, il concetto vero di quel che dovrebbe essere un Museo del Territorio, sia rimasto piuttosto vago. Nella concezione più logica, il Museo del Territorio dovrebbe essere un luogo ove ritrovare, attraverso reperti, scritti, testimonianze visive, la storia di una comunità, affidandosi a ricerche e documentazioni che vadano a ritroso nel tempo sino al passato più remoto.
Nel caso del Museo del Territorio Biellese poi, dovrebbe trattarsi anche del polo di coordinamento di tutto il sistema ecomuseale della provincia, un luogo in cui sia possibile venire a conoscenza delle caratteristiche di ciascun ecomuseo affinchè il visitatore abbia modo di decidere consapevolmente ove rivolgere le proprie attenzioni per successive visite, guidate o meno. In realtà, tutto ciò avviene solo in parte e nel corso degli anni i “deragliamenti” sono stati diversi ed alcuni piuttosto vistosi.
E’ certamente comprensibile che per attenuare la staticità di un Museo del Territorio, rendendone più appetibile l’approccio, si possa pensare ad iniziative collaterali che con il territorio poco o nulla abbiano da spartire. Ma ciò non deve mai avvenire snaturando la prima e principale destinazione della struttura. Si è invece, in questi anni, dato spazio a mostre talvolta stucchevoli per non dire dell’accettazione della donazione Canepa che consiste in una grossa quantità di reperti pre-colombiani (divisi in parte con un museo di Rimini) che stanno al Museo del Territorio Biellese come un motoscafo sulle Dolomiti. Pur non volendo indagare su come quei reperti siano giunti sino a noi e volendo immaginare che siano stati regolarmente acquistati, ribadisco quanto già detto in altre sedi: a mio avviso dovrebbero essere restituiti ai Paesi dai quali provengono poiché appartengono alla loro storia e non alla nostra. C’è da sperare che questo lungo periodo di chiusura del Museo del Territorio induca a qualche riflessione e ad un cambio di rotta affinchè possa finalmente rispettare le finalità per le quali fu pensato e realizzato.
Giorgio Pezzana

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