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Pausa Caffè

Cibi sintetici e bacherozzi? No, grazie

Pausa Caffè di Giorgio Pezzana

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Bollettino di guerra del fine settimana a Biella. Intanto la notizia della scarcerazione del marito dell’influencer Siu, italo-marocchina residente a Chiavazza, appena uscita dal coma, che sta scatenando polemiche a livello nazionale

BIELLA – Un plauso al Consiglio regionale piemontese che nei giorni scorsi ha bocciato i cibi sintetici dando un senso a quel concetto di “sovranità alimentare” affiancato dal nuovo Governo al Ministero dell’Agricoltura.

Questi tentativi subdoli, sempre avallati dai deliri dell’Unione Europea, di introdurre sulle nostre tavole bistecche senza carne o latte senza mucche o, ancor peggio, insetti fritti, hanno sino ad oggi trovato la ferma opposizione di Coldiretti e di tanta parte della popolazione italiana. Quella del nostro Paese è la migliore cucina del mondo ed il nostro comparto enogastronomico non ha eguali. E’ dunque comprensibile che molti altri Paesi europei, abituati a mangiare cibi spazzatura, non provino alcun senso di repulsione verso alimenti che alcune multinazionali vorrebbero diffondere su vasta scala, arricchendosi anche in questo caso sulle ristrettezze provocate dalla crisi economica. E’ invece questo il momento di spingere più che mai l’acceleratore sulla spesa a km0, rivolgendosi a quei piccoli produttori che operano sul territorio.

Il Biellese ne è ricco, dagli allevamenti per le produzioni di carni e prodotti caseari alle produzioni ortofrutticole, dai produttori di vini e birre artigianali sino agli apicoltori, dispensatori di ottimo miele. In alcuni casi sono possibili acquisti online, ma il Biellese ha dimensioni talmente ridotte che anche una visita periodica in alcune delle cascine dotate di spacci del circondario non richiede spostamenti troppo impegnativi. E spesso le condizioni di vendita sono vantaggiose proprio grazie al rapporto diretto che vede protagonisti il produttore e il consumatore senza intermediari. Quella al sistema agroalimentare italiano è un’aggressione che l’Europa sta portando avanti da decenni, sin dai tempi delle quote latte, allorquando si impose la riduzione della produzione di latte italiano per agevolare quella di altri Paesi Ue. Salvo poi scoprire che i consumatori nostrani, anche al supermercato, vanno alla ricerca delle confezioni riportanti il marchio “latte italiano”.

Ecco, la promozione degli acquisti a km0 non solo garantisce che si tratta di prodotti italiani, ma ancora meglio, ci dà la sicurezza che si tratta di prodotti locali. Alla faccia delle bistecche sintetiche e dei bacherozzi in padella.

 

Giorgio Pezzana

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