Biella
Lei non sa chi sono io: Giovanni Palatucci
La rubrica con cui Edoardo Tagliani racconta i titolari delle vie cittadine
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Talvolta capita anche che strade o piazze vengano intitolate a personaggi sui quali gli storici non hanno fatto ancora chiarezza.
È il caso di Giovanni Palatucci (a lui dedicato il “Largo” di fronte alla questura di Biella), classe 1909. Nacque a Montella (Avellino) e dopo la maturità svolse la leva a Moncalieri. Nel ‘32 si iscrisse al partito Fascista e si laureò in giurisprudenza. Nel ‘36 giurò come vice commissario e inviato alla Questura di Genova, per poi essere trasferito a quella di Fiume nel ‘37. Lì, nella città contesa, comincia la sua storia. Una storia che, ancora oggi, è oggetto di dibattito.
Dopo anni passati in questura, nel settembre del ‘44 venne arrestato e poi deportato a nel lager di Dachau, dove morì nel ‘45, due mesi prima della Liberazione.
Nel dopoguerra venne indicato come l’uomo di Fiume che aveva salvato oltre 5.000 ebrei dai campi nazisti: un partigiano sotto mentite spoglie, quelle di iscritto al partito Fascista e ligio uomo in divisa, ma in realtà un eroe della Resistenza.
Fino a quando, nel 2013, un’approfondita ricerca storica del Centro Primo Levi, prendendo in considerazione dubbi già sorti negli anni ’50, gettò un’ombra sul Palatucci, definendolo come “zelante esecutore della deportazione di almeno 412 dei circa 500 ebrei presenti a Fiume”. Insomma: l’esatto contrario di quanto raccontato prima. Non un salvatore, ma un carnefice.
Siccome le prime notizie su Palatucci vennero diffuse da suo zio, il Vescovo Giuseppe Maria Palatucci, anche il Vaticano riaprì quel capitolo di storia e dichiarò che «sul caso le ricerche storiche di prima mano sono state poche, che numeri e fatti sono stati sottoposti ad interpretazioni agiografiche. Ed è anche probabile che (…) i numeri andranno ridimensionati, che alcuni eventi andranno riletti».
Non una sconfessione totale, ma l’ammissione che, come minimo, la vicenda va rivista e, forse, addirittura “riletta”.
Non mancarono, in seguito ai dubbi sollevati, testimonianze dirette di alcuni ebrei di Fiume che confermarono di essere stati salvati da Palatucci.
Sta di fatto che ricevette oltre 30 riconoscimenti ufficiali (medaglie, targhe, intitolazioni toponomastiche), sino a oggi mai smentiti. Domani, chissà.
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