Biella
Habemus impianto di stoccaggio amianto
La nuova versione de “Il Dardo”, la rubrica di Guido Dellarovere
ll progetto è stato presentato nel maggio del 2017 e l’autorizzazione era poi arrivata a luglio 2021, con in mezzo il diniego provinciale e il ricorso al TAR e al Consiglio di Stato, entrambi vinti dalla Ditta.
“Habemus papam”, direbbe il cardinale Camerlengo, una volta scelto dal conclave il nuovo Papa. Con la stessa autorità si è espresso il Consiglio di Stato nei giorni scorsi in merito alla possibilità di realizzare l’impianto di stoccaggio di amianto in quel di Salussola. Questa sentenza però, oltre a dare la liberatoria alla realizzazione, deve far riflettere su alcuni punti, in primis, sul lavoro fatto dai funzionari della Provincia di Biella, che questo provvedimento premia, sottolineando che l’istruttoria ed il relativo parere favorevole fossero conformi alle norme di legge. Durante tutto questo lungo percorso legale, durato ben sette anni, noi biellesi siamo stati costretti, e lo saremo ancora per qualche anno, a smaltire l’amianto attraverso i canali esistenti, con i costi salati che ben conosciamo e che ci auguriamo che vengano ridotti col nuovo impianto.
Siamo quasi tutti convinti che discariche, inceneritori e impianti di stoccaggio di amianto siano indispensabili ma è altrettanto vero che li vorremmo a casa d’altri, “Not in My Back Yard”. Ricordo benissimo quando e quanto il popolo si è mobilitato per protestare, come già aveva fatto per “Fenice”. Aziende agricole, comuni e semplici cittadini, oltre al comitato, hanno portato avanti questa battaglia, legittima.
È altrettanto vero, però, che, se ben si guarda oltre alla punta del proprio naso, c’è da chiedersi come il mondo agricolo si sia lamentato dell’impianto ma non abbia preso minimamente in considerazione gli innumerevoli capannoni presenti sul territorio biellese coperti dall’eternit che quotidianamente rilasciano pagliuzze killer per i nostri polmoni, e analogo ragionamento mi viene da fare passando vicino alle ex officine Magliola a Santhià, dove c’è una bomba ecologica abbandonata da decenni che regala ai santhiatesi eternit a volontà, però nella battaglia contro la discarica di amianto il Comune di Santhià era in prima linea. Sono le contraddizioni di chi, per lo stesso motivo, da una parte fa battaglia e dall’altra non vede il pericolo.
I miei avi sono originari del Casalese e, purtroppo come tanti altri, ho avuto diversi parenti che sono passati a miglior vita grazie al mesotelioma ai polmoni e, pertanto, sono da sempre molto sensibile al tema, però mi viene da pensare che sia meglio avere sotto 10 metri di terra una lastra di eternit piuttosto che libera di sbriciolarsi sopra la nostra testa. Ora l’impianto si farà: dovere delle istituzioni sarà quello di controllare che il progetto venga realizzato a regola d’arte e ruolo di chi veramente ama il nostro territorio e ha portato avanti la battaglia contro la discarica sarà quello di controllare i controllori. Leggendo quanto riportato dai media locali sembra che lo stesso Comune di Salussola e la comunità biellese avranno delle agevolazioni.
C’è da augurarsi che l’azienda proponente, visto che ha perso sette anni, venga loro incontro come promesso prima di essere paragonata al diavolo per sette lunghi anni. In ultimo, oltre al fatto che questo impianto agevolerà sicuramente a smaltire gli ettari di eternit che ancora abbiamo sul nostro territorio, sicuramente ci porterà anche del lavoro pertanto, ora, sfruttiamo l’occasione, e lo dico alle istituzioni: che cerchino di trarne il maggior beneficio per il biellese, visto che “ospiteremo” questo nuovo impianto.
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Ardmando
9 Settembre 2024 at 7:40
Le famigerate proteste dei “no a tutto” sono prima di tutto politiche. Poi c’è una parte di ottusità, quella dettata dall’orgoglio che impedisce di cambiare pensiero anche davanti all’evidenza dei fatti. Conferire l’amianto in un luogo sicuro è sicuramente da preferire ad avere amianto liberamente esposto alle intemperie, come nel caso delle tante ecobombe citate nell’articolo. E’ pieno di amianto ovunque, siamo circondati da edifici abbandonati nei quali l’amianto è ben presente. Ma i “no a tutto” preferiscono proseguire ottusamente con i loro “no” piuttosto che ammettere di essere in torto. Per fortuna il buonsenso ogni tanto lo mostrano le istituzioni.
Luigi
9 Settembre 2024 at 15:39
Come non voler fare gli inceneritore e pagare x portare i rifiuti all’estero, non fare le centrali nucleari e comperare l’energia dalla Francia.
Steap63
9 Settembre 2024 at 22:01
Per essere precisi non è un impianto di stoccaggio ma di smaltimento come lo sono le discariche. Comunque ben venga piuttosto che avere migliaia di metri quadrati di materiale degradato sui vari capannoni che si altera e si frantuma poco alla volta sparpagliando pericolose fibre nell’ambiente