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Una giornata dedicata ai neonati morti «Un modo per far incontrare le mamme»

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Il motto dell’iniziativa è “Mettiamoci la faccia”. E la faccia ce la mette Martina Milano, l’organizzatrice biellese del “Baby Loss Awareness Day 2019”, giornata mondiale della consapevolezza della perdita di un bimbo.
L’appuntamento, per quanto riguarda la nostra provincia, è in programma martedì 15 ottobre a Cerrione. Riproposto per il secondo anno consecutivo, nasce dal dramma vissuto da Martina.
«Nel 2017 purtroppo ho dato alla luce un bimbo – racconta -, morto negli ultimi dieci minuti del parto. Quando Michele è mancato, all’ospedale mi hanno consegnato il certificato di nascita di un “bimbo farfalla”, che viene dato dall’associazione “Ciao Lapo”. Nello sconforto più totale, mi sono rivolta a questa associazione perché qui, di fatto, non c’era nulla. Dopo aver parlato con la fondatrice, ho fatto un mio percorso con la dottoressa Elena Macchiarulo, mi è servito tantissimo. Ho quindi deciso di organizzare questa giornata nel Biellese in modo che le mamme che hanno subito una perdita come la mia avessero una giornata per confrontarsi, conoscersi e scambiare le proprie esperienze».
E dopo il primo anno, l’iniziativa torna nuovamente nel 2019. Si tratta anche di un modo per parlare di qualcosa che di solito si tende a nascondere: «Purtroppo – prosegue Milano – viviamo in una società in cui questo lutto si preferisce tacerlo, forse per l’idea che nascita e maternità non possano coesistere con la morte, anche se invece capita più spesso di quanto crediamo. In Italia muoiono sei bambini al giorno, tre in fase perinatale. E’ una cosa che non dovrebbe succedere, di conseguenza non ne parliamo. Quando muore un genitore o un coniuge, sei orfano o vedovo. Per chi ha perso un figlio, invece, non esiste nemmeno una definizione, perché non è concepibile, non è accettabile».
In dodici mesi, al gruppo di Martina si sono aggiunte – purtroppo – altre mamme. Quest’anno, dunque, ci saranno più persone in piazza Quintino Sella, a Vergnasco. L’iniziativa non è rivolta soltanto alle “mamme speciali”, ma anche a chi magari ha un familiare o un’amica che ha subito la perdita: «E poi – aggiunge Martina – ci saranno i “bimbi arcobaleno”, come il mio Giovanni, quei bambini nati dopo la tempesta che riportano la luce, pur non potendo sostituire il fratellino o la sorellina che non ci sono più».
L’inizio della manifestazione è in programma alle 15,30, con un banchetto informativo e il dibattito. Poi sarà il momento dei “riflessi dell’arcobaleno, del lancio dei palloncini, della preghiera per tutti i bambini e dell’onda di luce intorno al mondo.
«Questo – conclude l’organizzatrice – è un modo per far continuare a vivere i nostri bambini. Personalmente, ho bisogno di dare un senso alla vita di mio figlio, che comunque ha vissuto nove mesi dentro di me. Voglio trasformare la sua in una vita per tutti. Sono certa che il mio Michele sarà orgoglioso di me».

m.f.

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