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La volta in cui Gronchi venne nel Biellese

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Nell’estate del 1956 il Presidente assistette ad un’importante esercitazione militare

Nell’estate del 1956 un’ampia porzione del territorio biellese fu teatro di un’importante esercitazione militare denominata “Operazione Monte Bianco 3.a”, condotta dalle divisioni “Centauro” e “Cremona” (affiancate da reparti di altre unità dell’esercito) sotto la guida del generale di Corpo d’Armata Gian Carlo Re, comandante del Comiliter di Torino. Ad assistere all’inizio delle manovre, in programma domenica 29 luglio, oltre ad alti ufficiali dell’esercito italiano, della N.A.T.O. e agli addetti militari esteri, ci fu un ospite d’eccezione: il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. 
La notizia della probabile partecipazione della più alta carica dello Stato alla giornata di apertura dell’esercitazione apparve sui giornali locali intorno alla metà di luglio: “il Biellese” (17.07.1956) accennò alla possibilità che il presidente Gronchi facesse una rapida visita a Vercelli e a Biella (peraltro «in veste non ufficiale»), mentre “Eco di Biella” (16.07.1956) sulla scorta di indiscrezioni fornite «da fonte solitamente ben informata», indicò in sabato 28 luglio la data prefissata per l’arrivo del Capo dello Stato.
L’incertezza sul programma della visita perdurò fino a pochi giorni prima dell’effettivo arrivo del presidente, anche tra le istituzioni preposte a organizzarne l’accoglienza e garantirne la sicurezza. In un’informativa riservata del 24 luglio, il Questore di Vercelli Ricci, rivolgendosi ai funzionari e ai dirigenti di P.S., e ai comandanti delle compagnie Carabinieri, diede notizia «peraltro non ancora ufficiale, che l’On. Presidente della Repubblica, giungerà il mattino del 29 corrente, per ferrovia, alla stazione di Gattinara proveniente da Torino». Dopo aver raggiunto la zona di Rovasenda per assistere al raduno dei reparti impegnati nell’esercitazione e alla messa celebrata dall’Ordinario militare, Gronchi avrebbe proseguito per Castelletto Monastero (Castelletto Cervo, località Garella) per consumare il “rancio”; nel pomeriggio, trascorse alcune ore di riposo presso la riserva di caccia “La Balocchina”, avrebbe fatto visita a Biella per poi pernottare a Oropa. Il Questore, preoccupandosi di sottolineare nuovamente che «tale programma non è ancora da considerarsi definitivo», passò ad illustrare i provvedimenti da mettere in atto al fine di garantire «la maggiore regolarità dei movimenti dell’Alta Personalità, e del suo seguito», e richiamò in particolare l’attenzione «sulla eventualità che si dovesse applicare il noto “Piano A” di vigilanza sulle ferrovie sui tratti Saluggia – Santhià e Santhià – Gattinara»; sulla «necessità di riesaminare la posizione degli elementi della zona di Gattinara ritenuti pericolosi o comunque sospetti di capacità in azioni di disturbo, tenendo particolarmente presenti quelli che professano idee anarchiche già noti all’Ufficio [Politico] ed al Comando [della Compagnia Carabinieri di Biella] suddetto. Accurati controlli dovranno anche esercitarsi nei confronti delle persone alloggiate negli alberghi, locande, etc.». Alla Polizia Stradale era affidato il compito «di sorvegliare ai fini della più perfetta viabilità le strade che saranno percorse dal corteo Presidenziale». 
Tre giorni più tardi, venerdì 27 luglio, il Questore fu comunque in grado di illustrare il programma definitivo della giornata, nel quale erano confermati l’arrivo in treno a Gattinara, la rivista e il saluto alle truppe, il pranzo alla “Garella”, ed erano invece annullati il soggiorno alla “Balocchina”, la visita a Biella e il pernottamento a Oropa, dal momento che era intenzione del presidente recarsi nel pomeriggio a Vercelli per incontrare le autorità civili, militari e religiose della città e visitare alcuni luoghi caratteristici: «Gronchi non si fermerà a Biella domenica – informò “il Biellese” (27.07.1956) – perché la sua visita è esclusivamente motivata dalle manovre militari in corso nella nostra terra, ma il Capo dello Stato verrà ufficialmente da noi nella prima quindicina di settembre […]». Il giorno prima “Eco di Biella” aveva annunciato il termine dei lavori per l’allestimento di un piccolo campo di atterraggio nei pressi di Castellengo, sede del quartier generale della divisione “Cremona”: «Giunto nelle prime ore del mattino all’aeroporto della Malpensa con un aereo civile, l’on. Gronchi salirà su un aereo militare della divisione Cremona, che poco dopo, alle 9,30, lo depositerà nel piccolo campo approntato in mezzo alla Baraggia». Evidentemente la fonte «solitamente ben informata» del giornale diretto da Germano Caselli era stata tenuta all’oscuro delle modifiche intervenute.
La mattina di domenica 29 luglio 1956 il treno con a bordo il presidente Gronchi (accompagnato dal ministro della Difesa Paolo Emilio Taviani in rappresentanza del governo) fece il suo ingresso alla stazione di Gattinara, accolto dalle note dell’inno nazionale eseguito dalla Banda della Legione Allievi dei Carabinieri diretta dal brigadiere Bonziglia. Il Capo dello Stato, ricevuti gli omaggi delle più alte autorità della provincia e degli ufficiali di grado superiore dell’esercito presenti in loco, si recò presso la Sala dei Visitatori (a vigilare lungo il percorso furono comandati venti carabinieri e trenta agenti di P.S.), dove si intrattenne con il generale Re per essere ragguagliato sullo svolgimento e sugli obiettivi dell’esercitazione.
Per raggiungere Castellengo, dove avrebbe avuto luogo la rivista delle truppe, il corteo presidenziale imboccò la statale Gattinara – Cossato, preceduto da una scorta d’onore di corazzieri motociclisti. I paesi attraversati lungo il tragitto riservarono al presidente Gronchi calorose dimostrazioni di stima e affetto: «I paesi della Baraggia Biellese – riportò “il Biellese” (31.07.1956) – erano, domenica, vestiti a festa. Contadini, operai, gente del popolo fin dalle prime ore del mattino erano ai bordi delle strade da dove sarebbe passato il corteo presidenziale per vedere, salutare, applaudire con entusiasmo il Primo Cittadino d’Italia […] A Cossato, pavesata di tricolori, Giovanni Gronchi ha ricevuto un’accoglienza entusiastica. Si può dire che tutti i cossatesi fossero presenti al passaggio del corteo presidenziale che ha dovuto rallentare per dare modo alla folla di esprimere al Capo dello Stato tutto il suo entusiasmo, la sua fede nei destini della Patria».
Raggiunto intorno alle 10 e 15 il quartier generale della divisione “Cremona” (presso il quale trovò ad accoglierlo il comandante del reparto, il generale Antonio Gualano), il presidente Gronchi salì su un fuoristrada “Campagnola” dell’esercito e raggiunse località Rollino dov’erano schierate le truppe delle varie divisioni impegnate nell’esercitazione e i mezzi corazzati della divisione “Centauro” (in aria aerei e elicotteri compivano ardite evoluzioni): dopo averle passate in rassegna, il Capo dello Stato prese posto sulla tribuna d’onore allestita per l’occasione per assistere alla messa al campo celebrata dall’Ordinario militare d’Italia, mons. Arrigo Pintonello.
Al termine della funzione, accompagnato dal ministro Taviani, da mons. Pintonello e da un ristretto numero di collaboratori, funzionari governativi e ufficiali dell’esercito, Gronchi si recò a pranzo a Castelletto Monastero (a tal scopo era stata installata una tenda militare sulla piazza della frazione). Nel corso della breve conferenza stampa che seguì, il ministro della Difesa ringraziò il presidente per la sua partecipazione alle manovre; quindi fu lo stesso Gronchi a prendere la parola, sottolineando il carattere difensivo di tali esercitazioni e l’importanza che in quello «stadio di civiltà che il mondo [stava] attraversando» rivestiva la tutela della pace: «Per questo mi sento a mio agio in mezzo alle Forze Armate, delle quali si può ogni volta cogliere la fedeltà nel dovere, il senso di responsabilità e lo spirito di sacrificio».  Spettò poi al generale Re l’onore di omaggiare il Capo dello Stato con una medaglia ricordo recante l’effigie del leone del 157° Fanteria “Liguria”, reggimento decorato con due medaglie d’oro e due d’argento al Valor Militare.
Il soggiorno in terra biellese del presidente Gronchi, atteso a Vercelli, stava ormai volgendo al termine. Poco dopo le 15 il corteo presidenziale lasciò Castelletto: «Prima di partire però tre bambini Gli hanno offerto mazzi di fiori e letto un indirizzo di omaggio. Qui è toccato alla compagnia d’onore del 21.o Regg. Fanteria “Cremona” con musica e bandiera, al comando del col. Vezzoni, rendere gli onori al presidente della Repubblica» (“il Biellese”, 31.07.1956).

rolando.magliola@gmail.com

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