Eventi & Cultura
I Pagliaccio alla ribalta, la loro “maratona” è già al… 30%
I Pagliaccio hanno da qualche giorno lanciato la campagna Musicraiser per finanziare la pubblicazione del nuovo album “La maratona” la cui uscita è prevista ad inizio 2015. Partita il 20 ottobre, la campagna de I pagliaccio è già un successo del mondo 2.0 avendo raggiunto, in soli 8 giorni, quasi il 30% della cifra indicata come obiettivo.
I Pagliaccio hanno da qualche giorno lanciato la campagna Musicraiser per finanziare la pubblicazione del nuovo album “La maratona” la cui uscita è prevista ad inizio 2015. Partita il 20 ottobre, la campagna de I pagliaccio è già un successo del mondo 2.0 avendo raggiunto, in soli 8 giorni, quasi il 30% della cifra indicata come obiettivo.
Dopo i traguardi importanti dell’ultima estate come l’opening dei The Lumineers a Rock in Roma, il Mei Superstage, i premi come Tempesta Dischi e Premio Buscaglione e il loro brano – Zerbino – diventato jingle ufficiale del Bike Pride 2014, I Pagliaccio sono entrati in studio con il noto produttore torinese Ale Bavo per lavorare al nuovo album e hanno chiesto sostegno ai naviganti lanciando una campagna su Musicraiser, la popolare piattaforma di crowfunding che permette a chi ha un progetto di stampo artistico/culturale di rivolgersi direttamente ai propri fan per cercare di finanziarlo.
Oltre ai premi previsti per i raiser, i Pagliaccio hanno lanciato una sfida simbolica: se riusciranno a raggiunger la cifra richiesta correranno la Maratona di Milano del 12 aprile 2015 con tanto di papillon e “divisa Pagliaccio” e all’arrivo suoneranno un brano del nuovo album.
Non è difficile comprendere perché il nuovo album si chiamerà La Maratona: la maratona simboleggia perfettamente il lavoro estenuante, lunghissimo e faticoso che una band indipendente deve affrontare ogni giorno. La maratona è considerata dai Pagliaccio un’impresa nobile e profondamente umile, una fatica immane che però ha il pregio di riuscire a mettere sullo stesso campo (la strada) gli atleti professionisti che corrono per il record del mondo e le persone normali che si allenano duramente per raggiungere il traguardo. La Maratona, infatti, è per i Pagliaccio un’esperienza romantica ed epica: rappresenta il superamento dei propri limiti e la convinzione nei propri obiettivi. Il viaggio (correre i 42 km), come spesso accade, è importante quanto la meta (arrivare al traguardo) e richiede, innanzitutto, coraggio.
Per questo i Pagliaccio hanno pensato di legare lo sforzo tangibile e fisico della corsa a quello del musicista. E in questo sforzo hanno chiesto una mano ad amici e fan, in una sola parola raiser.
Perché “fare musica” è un lavoro eppure è ancora difficile spiegarlo. Un musicista scrive, incide, prova e riprova, cura il suo progetto tra i mille dettagli che richiede e poi viaggia e non per turismo, ma carica un furgone, fa spesso oltre i 400 kilometri al giorno, arriva in un locale, scarica, monta, fa il check, suona, poi smonta, ricarica quel furgone e riparte per la meta successiva. E quindi alla banalità dell’osservazione-domanda “Si suoni, ma poi che lavoro fai?”, tallone d’Achille di ogni musicista per professione, il musicista risponde con uno sforzo autentico, fatto di palchi, di gioie, di applausi, ma anche di tantissimi sacrifici e della difficoltà – troppo spesso impossibilità, tangibile e incredibilmente reale, di vivere solo della sua musica. È la vita di una maratona. Lunghissima, faticosa, dove il traguardo si sposta continuamente. Ma è anche, come tutte le maratone, coraggio, sfida, allenamento. E, come per tutte le maratone, incredibile gioia se si taglia davvero quel traguardo.
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