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Economia

Il settore edile rischia di scomparire

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Le nostre imprese non hanno più ossigeno! Non c’è più tempo! A maggio quasi tutte le amministrazioni verranno rinnovate. Vecchi e nuovi amministratori devono sapere che il rischio che si corre è che il settore dell’edilizia sparisca completamente da Biella, dal distretto.
Perché chi forse le risorse le ha ancora, e fino ad ora ha voluto continuare a credere nel territorio non è detto possa continuare a farlo vista la scarsa attenzione dimostrata sino a qui dal mondo istituzionale.
Al quale non abbiamo mai chiesto nulla di inopportuno o nulla che non fosse in suo potere, nei limiti della legalità di fare. Altrove così non è stato: le imprese locali sono state ascoltate e supportate. Ci auguriamo davvero che l’atteggiamento, spalle al muro come siamo, possa mutare.

Siamo ancora una volta a commentare dati che non possono farci dormire sonni tranquilli, anzi. L’edilizia è il settore che forse più di altri ha sofferto questi anni di crisi.  La situazione nel Biellese è ancora più grave. Di anno in anno continuano a diminuire il numero delle imprese e con esse, inevitabilmente il numero di manodopera impiegata. Una lenta ma inarrestabile emorragia che non fa notizia come la chiusura o il fallimento di una fabbrica che da sola può dare lavoro a 100, o anche più operai. Eppure se si fa il conteggio dei posti di lavoro persi negli ultimi anni vedrete un quadro desolante.

Non possiamo più nasconderci dietro la tranquillizzante ed ipocrita menzogna: ma sì c’è la crisi, poi passerà. Gli edili piangono, ma come tutte le categorie che vorrebbero sempre più attenzione. No! Non è così. Il mondo in questi anni di crisi, dopo il 2007-2008, è cambiato. Nulla potrà essere più come prima. E se l’Edilizia chiede più attenzione al mondo delle istituzioni non è certo per un capriccio. Molte, moltissime, imprese non hanno retto e quello che ancora sono sul mercato da troppo sono al limite: su di esse pesa un livello di tassazione insopportabile – lo devo ricordare, l’Imu sull’invenduto grida vendetta, e una burocrazia asfissiante.

Biella è dagli inizi degli anni 2000, da quando la globalizzazione ha colpito duro la sua monosettorialità, che non è stata capace, al di là di tante e troppe parole, a darsi una nuova identità. Le nostre imprese vivono in un territorio che non è stato capace di immaginare se stesso tra 10, 20 e 30 anni e quindi non si è dato un minimo di pianificazione. Così non si va da nessuna parte! Abbiamo perso l’occasione dell’autostrada, difficilmente potremmo sperare di vedere rimodernate le ferrovie e quindi verrà meno anche la speranza di essere connessi con Milano e Torino in tempi accettabili. Tra pochi mesi la città nel suo cuore avrà un grande vuoto: l’area dell’ex ospedale. Speriamo non diventi un Rivetti 2!

Lo stallo della Provincia in questi ultimi due anni, se vogliamo, ha aggravato ancor più la situazione già pesante per l’edilizia pubblica appesa a doppio filo alla perversione del patto di stabilità che vieta anche laddove le risorse ci sono di spenderle.

Le nostre imprese non hanno più ossigeno! Non c’è più tempo! A maggio quasi tutte le amministrazioni verranno rinnovate. Vecchi e nuovi amministratori devono sapere che il rischio che si corre è che il settore dell’edilizia sparisca completamente da Biella, dal distretto.
Perché chi forse le risorse le ha ancora, e fino ad ora ha voluto continuare a credere nel territorio non è detto possa continuare a farlo vista la scarsa attenzione dimostrata sino a qui dal mondo istituzionale.
Al quale non abbiamo mai chiesto nulla di inopportuno o nulla che non fosse in suo potere, nei limiti della legalità di fare. Altrove così non è stato: le imprese locali sono state ascoltate e supportate. Ci auguriamo davvero che l’atteggiamento, spalle al muro come siamo, possa mutare.

Angelo Forgnone
(Presidente collegio Ance Biella)

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