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“Che fatica la vita da bomber”, ma fa anche guadagnare soldi

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“Che fatica la vita da Bomber”!

E’ bastato stampare questa frase su una maglietta bianca, per cambiare la vita a due giovani ragazzi biellesi.

Emanuele Stivala e Fabio Tocco, appena trentunenni, lo sanno bene. Cresciuti insieme fin da bambini, ad un certo punto della loro vita hanno pensato di dover inventare qualcosa di nuovo. Era cominciato tutto così per gioco, nell’autunno di tre anni fa. L’idea era quella di mettere in vendita delle t-shirts su internet, partendo con un gruzzoletto di appena 900 euro.

“Che fatica la vita da Bomber”!

E’ bastato stampare questa frase su una maglietta bianca, per cambiare la vita a due giovani ragazzi biellesi.

Emanuele Stivala e Fabio Tocco, appena trentunenni, lo sanno bene. Cresciuti insieme fin da bambini, ad un certo punto della loro vita hanno pensato di dover inventare qualcosa di nuovo. Era cominciato tutto così per gioco, nell’autunno di tre anni fa. L’idea era quella di mettere in vendita delle t-shirts su internet, partendo con un gruzzoletto di appena 900 euro.

«Abbiamo cominciato – spiega Fabio Tocco – trovando questa simpatica frase da stampare su alcune delle nostre magliette. Poi però ci siamo detti, perché non provare ad inviarla a qualche calciatore, con l’intento di strappare almeno un sorriso?».

In meno di un batter d’occhio, ecco che la loro vita è iniziata a cambiare. Personaggi come l’ex calciatore Ighli Vannucchi ed il giornalista sportivo Pierluigi Pardo hanno letteralmente colto la palla al balzo. Decidendo di pubblicare su Facebook le loro foto con addosso la nuova maglietta, hanno improvvisamente reso famosa l’invenzione dei due ragazzi. Buffon, Pazzini, Nocerino, Giovinco, persino Trapattoni. E poi ancora nomi importanti come Chiellini e Lippi. La moda della nuova t-shit si è subito diffusa a macchia d’olio.

“Che fatica la vita da Bomber” è diventata in breve tempo una frase sulla bocca di tutti, nel mondo del calcio italiano. Tanto che già a fine 2014, i due ragazzi registrano il loro marchio e modernizzano il loro piccolo sito web. Vengono allora chiamati da importanti network nazionali come Radio Deejay. Aprono addirittura una rubrica su Sky, dedicata alla satira calcistica e intitolata con la loro ormai celebre frase. Ma non dimenticano il loro territorio, prestandosi anche a collaborare con la Pallacanestro Biella. E non si scordano, poi, nemmeno del loro punto di partenza, cioè la vendita delle loro magliette. «Con l’aumento delle vendite – racconta Emanuele Stivala – si è reso necessario migliorare anche la qualità del prodotto, e così è stato fatto. Oggi, grazie a questo, ben 106 negozi in tutta Italia vendono le nostre t-shirts. Ne siamo veramente soddisfatti». Utilizzando i loro primi guadagni, decidono poi di aprire un vero e proprio punto vendita anche a Biella, nella centralissima via Italia.

Ma i traguardi per questi due giovani biellesi non sembrano finire mai. Oggi vendono i loro prodotti anche all’interno dello Store ufficiale dello stadio di San Siro. Ma tra questi risultati, non manca già un tentativo di contraffazione. Il logo della loro maglietta infatti, è già stato “taroccato” da un’azienda cinese che produce cover per cellulari. «Questa è la dimostrazione – spiega Tocco – di quanto è diventato famoso il nostro prodotto, anche se ovviamente avremmo preferito evitare questo genere di conferma».

Infine, non manca nemmeno lo spazio dedicato a nuovi progetti. «Per l’anno prossimo – concludono entrambi – stiamo per concretizzare la disputa di un “Derby del cuore” allo Juventus Stadium di Torino. Ci è poi già stata offerta una grossa somma da parte una nota azienda di abbigliamento, per venderle il nostro nuovo marchio». Inoltre, i due hanno deciso di scrivere un libro, per raccontare la loro incredibile esperienza.

E forse anche per testimoniare che in Italia e nel Biellese, valori come l’impegno e la speranza posso ancora premiare le nuove generazioni.

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