Biella
Una biellese nell’inferno di Valencia: “Fortunatamente stiamo bene”
La 21enne Alessia Viola si era trasferita da appena una settimana insieme al suo fidanzato
C’era anche una biellese nell’inferno di Valencia, una giovane donna trasferitasi nella città spagnola appena una settimana prima. «Noi fortunatamente stiamo bene. La zona dove viviamo è stata colpita in maniera meno violenta rispetto ad altre parti della regione di Valencia. Non ci sono stati allagamenti e le strade, seppure piene di fango, non sono state danneggiate».
Una biellese nell’inferno di Valencia. La testimonianza della 21enne Alessia Viola
Con queste parole la 21enne biellese Alessia Viola inizia a raccontare com’è la situazione in Spagna a pochi giorni dalla terribile catastrofe provocata da Dana. La violenta alluvione che, secondo gli ultimi dati, ha provocato più di 200 morti e lasciato senza luce e acqua centinaia di migliaia di persone, oltre ad aver isolato la comunità valenciana dal resto del Paese.
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“Io e il mio fidanzato ci eravamo trasferiti qui da una settimana”
«Io e il mio fidanzato Yuri viviamo a La Pobla de Farnals – racconta la 21enne – un paese a circa 20 minuti di macchina da Valencia. In realtà ci siamo trasferiti qui una settimana fa, insomma siamo appena arrivati, per noi è tutto nuovo. Ma tornando a questi terribili giorni, mercoledì ci trovavamo proprio a Valencia, stavamo facendo un giro giusto per conoscere un po’ di più la città, io l’avevo già visitata, ma solo come turista. Nel pomeriggio però, ad un certo punto, ha iniziato ad alzarsi un vento fortissimo. Non voglio esagerare ma in certi momenti c’erano delle raffiche così violente che sembrava potessero portarmi via. Ovviamente abbiamo deciso di rientrare a casa nostra e così abbiamo preso un autobus che in meno di venti minuti ci ha portati al sicuro. Anche se noi ancora non lo sapevamo».
“Un alert della Protezione civile sul cellulare ci ha informati del pericolo”
«Una volta a casa però abbiamo subito capito che non si trattava del solito temporale – prosegue Viola – anche perché a darci conferma che la situazione era davvero seria è arrivato un Alert sul telefono da parte della protezione civile spagnola sia a me che al mio fidanzato. Sapevo di cosa si trattava perché tempo fa in Italia me ne era arrivato uno simile, in quel caso però si trattava di un messaggio di prova che simulava ciò che poteva accadere in caso di calamità. Mercoledì, invece, purtroppo era vero. Non ricordo esattamente cosa vi fosse scritto, ma il testo era molto chiaro e diceva che era scattata l’allerta rossa e invitava tutti i cittadini a rimanere nelle loro case. A quel punto, ovviamente, non siamo più usciti, ma tutto sommato eravamo abbastanza tranquilli. Voglio solo sottolineare come il sistema dell’Alert, a mio avviso, sia stato davvero utile, almeno per quanto riguarda noi che non avevamo capito la portata di ciò che stava per accadere».
“Senza internet e con il telefono scarico, sono riuscita ad avvisare i miei solo la mattina dopo”
«L’unico problema è che non avevo più internet e il telefono era completamente scarico – prosegue la ragazza – e così non sono riuscita ad avvertire a casa fino alla mattina dopo. Durante la notte abbiamo continuato a sentire il vento e la pioggia battente ma tutto sommato non ci siamo resi conto di cosa realmente stesse accadendo intorno a noi. Solo il giorno dopo, quindi giovedì, abbiamo realmente compreso quello che era successo. Una volta ricaricato il cellulare, infatti, oltre alle numerose telefonate dall’Italia di genitori e amici preoccupati per noi, abbiamo iniziato a vedere tutti i danni provocati dall’alluvione. Fortunatamente, come detto all’inizio, a La Pobla de Farnals non abbiamo avuto allegamenti, il fango ha invaso le strade ma non ha provocato grossi danni. Tuttavia, sempre giovedì, siamo usciti solo un attimo per andare a comprare qualcosa al supermercato, anche in vista di un eventuale ritorno della perturbazione. Quando siamo arrivati lì ci siamo accorti che era praticamente vuoto. Probabilmente la gente spaventata aveva fatto ogni genere di scorta, dall’acqua allo scatolame».
«Oggi (venerdì per chi legge, ndr) il tempo è decisamente migliorato. Adesso, purtroppo, si deve fare i conti con ciò che la tempesta ha lasciato dietro di sé. Non conosciamo ancora nessuno qui, come dicevo siamo arrivati una settimana fa, ma ciò che è successo ci ha scossi profondamente. Diciamo che un inizio così non ce lo aspettavamo proprio».
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