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Cronaca

Un uomo strattona una donna, ma nessuno interviene tranne una ragazza

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Oggi è stata una lunga giornata. Finalmente la strada di casa. Lego la bici al solito palo, ormai di mia proprietà, un pó distante dal portone. Da lontano vedo una coppia proprio davanti al portone e penso: che palle, ora ci sarà quel momento di imbarazzo, loro che stanno pomiciando di brutto e io che li interrompono con le chiavi in mano! Mentre armeggio con la catena mi rendo conto che c’è qualcosa di strano: qualche movimento brusco, il tono della voce un pó alto, lei che si ritrae. Mi dico: mmmm, un momentaccio… Roba di corna? Scenata di gelosia? Comunque, io da quel portone devo entrare, quindi sticazzi!

Oggi è stata una lunga giornata. Finalmente la strada di casa. Lego la bici al solito palo, ormai di mia proprietà, un pó distante dal portone. Da lontano vedo una coppia proprio davanti al portone e penso: che palle, ora ci sarà quel momento di imbarazzo, loro che stanno pomiciando di brutto e io che li interrompono con le chiavi in mano! Mentre armeggio con la catena mi rendo conto che c’è qualcosa di strano: qualche movimento brusco, il tono della voce un pó alto, lei che si ritrae. Mi dico: mmmm, un momentaccio… Roba di corna? Scenata di gelosia? Comunque, io da quel portone devo entrare, quindi sticazzi!

Poi inizio a sentire e vedere meglio, vedo lei che spalle al muro prova ad andare via ma lui glielo impedisce, la strattona per il braccio, e lei che dice: vattene! La cosa si ripete più volte, con sempre maggiore forza.  Cazzo! Che sta succedendo? Che devo fare? Mi faccio gli affari miei? Magari questi sono due tipi focosi… ma no, è chiaro che lei vuole allontanarsi.

È notte, sotto casa mia non passa un cane… che faccio… che faccio… cazzo, ho paura… maledico il giorno in cui sono nata donna…. non posso non fare niente… e se succedesse a me?…. cazzoooooooooooo che facciooooo… URLO! “Oh, stai fermo!!!!!!” Strillo mentre inizio ad aprire lo zaino per tirare fuori il cellulare e chiamare i carabinieri, che se quello parte e mi viene contro che faccio? Dall’altra parte del marciapiede passa una signora con un ragazzotto alto, forse il figlio, forse il nipote. Un barlume di speranza! Ecco, non sono sola, non siamo sole! Gli dico: “Eih aspettate anche voi per favore!”. Il ragazzo si ferma, la signora neanche si gira e gli dice accelerando il passo: andiamo, andiamo. Il ragazzo mi guarda interdetto e riparte. Gli urlo dietro:”nooo, ma che fate, signoraaaa???!!!!!!!”.
Una coltellata cuore!

Continuo a urlare contro alla signora: “Brava!Brava!” e intanto butto un occhio al portone per vedere se lui ha cambiato bersaglio e mi sta caricando tipo ariete. Pronta a scappare con uno scatto alla Bolt. In un minuto ‘na caciara! Ho ricreato una situazione al confine tra pescivendola al mercato rionale e tronista di Uomini e Donne. Vedo che la ragazza, forse approfittando del diversivo, si allontana e lui rimane fermo, non la segue. Mi allontano veloce anche io, per non indurlo in tentazione di rifarsi con me e magari riempirmi di botte. Lui si allontana in direzione opposta Mi assicuro che si sia allontanato abbastanza e una volta voltato l’angolo vado svelta al portone. La ragazza è scomparsa. Mi chiudo il portone alle spalle.

Oggi è stata una lunga giornata. Me ne vado finalmente a dormire. Ma con una grande amarezza. Non per quel mezz’uomo, perché per lui provo rabbia e pena, come per chiunque agisca violenza in una relazione intima. Neanche per quella signora, di cui non sono riuscita a vedere neanche la faccia tanto velocemente si è allontanata senza guardarsi indietro. Non la biasimo, perchè forse in quel momento l’indifferenza nascondeva la paura. Provo amarezza perchè in quel momento in cui la signora si è allontanata ho sentito una grande disperazione e solitudine, quella che si prova quando in una società civile vince la paura e l’indifferenza e cessa di esistere l’empatia, la solidarietà, il prendersi cura, il “mi importa”.

Lettera firmata

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