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Cronaca

Tutti i particolari dell’operazione Leonessa che ha portato all’arresto di Nicola Varacalli

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La Questura ha fornito nuovi particolari sull’operazione che ieri ha portato all’arresto di tre imprenditori biellesi, fra i quali Nicola Varacalli, ex titolare della società di vigilanza GroupService 2000 e di due ex amministratori della stessa società.

I  tre imprenditori biellesi sono risultati essere responsabili di più violazioni, commesse dal 2017 al 2019, poiché, nella qualità di fornitori di crediti d’imposta inesistenti, compensavano indebitamente crediti erariali, previdenziali ed assistenziali con inesistenti crediti d’imposta, per un ammontare di diversi milioni di Euro, con l’aggravante di aver commesso i fatti con finalità di agevolare un’associazione di stampo mafioso operante tra le province di Brescia, Torino e Milano e legata alle cosche mafiose di Gela (CL).

L’operazione di Biella è stata disposta dalla Procura della Repubblica di Brescia, Direzione Distrettuale Antimafia – nell’ambito di una lunga e complessa indagine convenzionalmente denominata “LEONESSA” condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato – che ha accertato l’operatività di una cosca mafiosa di matrice stiddara, con quartier generale a Brescia, che ha pesantemente inquinato diversi settori economici attraverso la commercializzazione di crediti d’imposta fittizi per decine di milioni di euro. La notte scorsa circa 300 unità della Squadra Mobile di Brescia e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia, con il supporto dello SCO della Polizia di Stato e dello SCICO della Guardia di Finanza, hanno dato esecuzione a 69 arresti, sequestri per 35 milioni di euro, nonché a un centinaio di perquisizioni, per un totale di circa 200 indagati.

L’organizzazione mafiosa, attraverso il supporto di “colletti bianchi”, ha permesso a una vasta platea di imprenditori di evadere il Fisco per diverse decine di milioni di euro, cedendo crediti fiscali inesistenti con effetti distorsivi sull’economia reale ulteriormente condizionata dai reinvestimenti dei profitti illeciti conseguiti. Gli stiddari, mimetizzati nel nuovo ambiente operativo, hanno messo a disposizione degli imprenditori del Nord i propri servizi illeciti che consistevano nella vendita di crediti fiscali inesistenti utilizzati per abbattere il debito tributario.

L’anello di congiunzione tra i mafiosi e gli imprenditori era rappresentato dai “colletti bianchi”, i quali individuavano tra i loro clienti (disseminati principalmente tra Piemonte, Lombardia, Toscana, ma anche nel Lazio, Calabria, Sicilia) quelli disponibili al risparmio facile e che ora dovranno rispondere del reato di indebita compensazione di tributi. Oltre a quello mafioso sono emersi anche altri due filoni investigativi. L’uno afferente a varie condotte corruttive dove gli imprenditori, elargendo mazzette e/o favori a pubblici funzionari, ottenevano significativi risparmi fiscali. L’altro riguardante il “tradizionale” settore delle fatture per operazioni inesistenti, per un ammontare complessivo di fatture false per 230 milioni di euro.

Quest’ultimo filone ha visto coinvolti anche tre imprenditori biellesi, proprietari un importante istituto di sorveglianza con sede nella provincia di Biella, nei cui confronti sono state disposte misure cautelari personali. In particolare, gli investigatori della Squadra Mobile di Brescia e di Biella hanno sottoposto a custodia cautelare in carcere il titolare dell’istituto ed eseguito la misura degli arresti domiciliari nei confronti degli altri due soggetti coinvolti. Gli stessi sono stati altresì destinatari di sequestro preventivo dei beni per un ammontare di diversi milioni di euro.

Complessivamente, l’indagine LEONESSA ha permesso di deferire all’Autorità Giudiziaria circa 200 persone, ed emettere 75 misure cautelari restrittive, delle quali:  15 soggetti per associazione mafiosa;  15 soggetti per indebita compensazione;  18 soggetti per reati contro la Pubblica Amministrazione;  27 soggetti per emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

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