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Cronaca

Sei eroi biellesi nell’inferno di Amatrice per cercare le persone tra le macerie

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Non solo aiuti a distanza, il Biellese ha dato anche un contributo di uomini nelle tragiche ore successive al terremoto che ha colpito il Centro Italia.

Non solo aiuti a distanza, il Biellese ha dato anche un contributo di uomini nelle tragiche ore successive al terremoto che ha colpito il Centro Italia.

Da mercoledì, sei nostri volontari del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico sono stati impegnati nelle operazioni di ricerca dei sopravvissuti ad Amatrice, piccolo comune del Lazio completamente distrutto dal sisma. Altri cinque erano già pronti a partire. La squadra è rientrata in città all’alba di sabato.

In questi giorni i tecnici biellesi hanno messo a disposizione braccia e competenze per estrarre dalle macerie le persone ancora in vita.

«Sono state ore difficili – ha raccontato Claudio Negro, responsabile del Soccorso Alpino Biellese, costantemente in contatto con i tecnici che erano sul posto -. Giovedì pomeriggio, a causa di una scossa, una casa è crollata a pochi metri da loro. Sono stati avvolti da un’incredibile nuvola di polvere, che per alcuni minuti ha reso impossibile anche orientarsi. Fortunatamente erano a distanza di sicurezza e non ci sono state conseguenze. Venerdì mattina sono stati svegliati da una potente scossa. Erano nei sacchi a pelo, a terra, ma dicono che sembrava di essere in mezzo al mare in burrasca».

Due dei sei biellesi sono speleologi altamente specializzati che in passato hanno già operato in Umbria e in Abruzzo. Questo, però, sembra essere il terremoto più terribile: «Nei due casi precedenti – spiega Negro – era più facile infilarsi negli interstizi tra le macerie delle case. Lì invece si è sgretolato tutto, c’è pochissimo spazio per scendere e ispezionare ed è quindi molto più difficile».

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