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Cronaca

Quell’acqua che 30 anni fa tornò a seminare distruzione

A Mongrando, in frazione Tana, evacuate 80 persone. Il livello della diga sfiorò il bordo

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Quell’acqua che 30 anni fa tornò a seminare distruzione

Quell’acqua che 30 anni fa tornò a seminare distruzione. Fu un lungo week-end di paura. Durante il quale caddero 630 millimetri di pioggia.

E il Biellese, proprio 30 anni fa, subì le conseguenze di un’alluvione che altrove fu tragica, come a Varallo dove le vittime furono 14. Ma che anche qui provocò danni per decine di miliardi di lire e fece rivivere l’incubo di un anno e qualche giorno prima, quando crollò il ponte della tangenziale.

Quell’acqua che 30 anni fa tornò a seminare distruzione

In quel 1994 piovve ininterrottamente da venerdì 4 novembre a lunedì 7. Mettendo in ginocchio quella che stava per diventare la provincia di Biella. Fu Mongrando ad avere la peggio, soprattutto la frazione Tana, che fu evacuata per lo straripamento del Viona. Un’ottantina di persone dovette lasciare l’abitazione. Si attivò anche l’esercito per dare una mano agli sfollati e nei primissimi interventi di ripristino.

Ma per qualche ora si temette anche per un incubo ancora più terribile. Anche l’Ingagna si ingrossò e l’acqua nell’invaso della diga salì fino ad arrivare a 4 metri dal bordo. Si tirò un enorme sospiro di sollievo quando la pioggia smise di cadere e i livelli iniziarono ad abbassarsi.

Non solo Mongrando

Se Mongrando fu una sorta di epicentro del disastro, i punti critici furono in realtà numerosissimi in tutto il Biellese. A Netro franò il cortile di una casa e un uomo si salvò per miracolo. Donato fu quasi isolato perché tutte le strade furono invase dal fango e arrivarci diventò praticamente impossibile. Irraggiungibile invece diventò la frazione Vagliumina di Graglia. Alcuni paesi, come Occhieppo inferiore, rimasero senza luce e senz’acqua.

A Cerrione furono necessarie quattro ore per liberare due famiglie rimaste intrappolate tra due torrenti nella cascina del mulino delle Vianze. Mentre sulla strada per Magnano una quarantina di metri di tracciato fu ingoiata dalle acque.

Non solo a ovest, ma anche nelle valli orientali si verificarono dissesti. Pralungo, ad esempio, dovette affrontare una sorta di battaglia per evitare il crollo di un’abitazione e intanto in valle si riversava l’acqua proveniente dai pendii di Sant’Eurosia. L’intero territorio fu segnato dalle frane: a Tollegno, Tavigliano, Miagliano.

Anche alla Pistolesa, il cui nome era già legato alla tragedia del 1968, tornò l’acqua impetuosa a seminare terrore. E più in là, in Valsesia si moriva sotto il fango.
LEGGI ANCHE: Alluvione del 2014 a Mongrando, presto i lavori

(immagine di repertorio)

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