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Cronaca

Ora il corvo dell’Ascom ha un nome

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Ora del Corvo dell’Ascom, che lo scorso aprile aveva messo alla berlina il suo presidente con accuse infamanti, si conosce anche il nome. Si tratta di Domenico Conti, 49 anni, che prima d’ora non aveva mai avuto alcun problema con la giustizia. La classica persona normale, all’apparenza perbene. Ora dovrà rispondere  dei reati di calunnia e diffamazione. Il primo è punito con la  reclusione da due a sei anni, mentre per  la diffamazione è prevista la reclusione fino a un anno o  la multa fino a 1032 euro.

Ora del Corvo dell’Ascom, che lo scorso aprile aveva messo alla berlina il suo presidente con accuse infamanti, si conosce anche il nome. Si tratta di Domenico Conti, 49 anni, che prima d’ora non aveva mai avuto alcun problema con la giustizia. La classica persona normale, all’apparenza perbene. Ora dovrà rispondere  dei reati di calunnia e diffamazione. Il primo è punito con la  reclusione da due a sei anni, mentre per  la diffamazione è prevista la reclusione fino a un anno o  la multa fino a 1032 euro.

A strappare la maschera al Corvo e rivelare la sua identità sono stati i Carabinieri del Nucleo di Polizia Giudiziaria della procura della Repubblica di Biella, coordinati dal loro comandante, il maresciallo Tindaro Gullo. Stando a quanto accertato dai militari dell’Arma l’uomo, dopo aver creato quattro diversi indirizzi e-mail intestati a nomi inesistenti, si è recato in un esercizio commerciale di Biella e, attaccandosi alla rete wi-fi non protetta ha inviato le mail. Una lettera a dir poco taglientissima intitolata “La storia dell’Ascom”, inoltrata in centinaia e centinaia di copie ad autorità, redazioni locali, commercianti,  in cui veniva citata la moria dei gruppi di categorie, la diminuzione del numero di associati, il ricorso alla cassa integrazione dipendenti. E ancora, nei confronti di Novaretti, venivano rivolte accuse raccapriccianti riguardanti la sua vita privata e non.

«Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere proprio da lui – afferma Mario Novaretti – è stato dipendente Ascom per anni. Pensare che ero stato proprio io ad assumerlo, credevo in lui».

All’interno dell’associazione, Domenico Conti si occupava  delle categorie commerciali. Dalla scorsa primavera è stato messo in cassa integrazione. «Quando i Carabinieri sono venuti a perquisire il suo ufficio – racconta – sono rimasto allibito. Non ci potevo credere. Non ci volevo credere». Per Mario Novaretti, il suo collaboratore è stato solo l’esecutore materiale di una sorta di “ribaltone” organizzato da una fascia insurrezionalista di commercianti per liberarsi di un presidente divenuto con gli anni, oltre che anziano, anche un po’ troppo scomodo.
«Spero – conclude il presidente – che gli inquirenti continuino con il proprio lavoro per cercare di risalire a tutti quelli che lo hanno spinto a compiere un’azione così squallida».

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