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Cronaca

Il racket del caro estinto

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Anche la Guardia di Finanza di Biella è stata impegnata oggi nella maxi operazione sulle pompe funebri che ha interessato oggi il Canavese. Si ipotizzano tangenti agli addetti degli obitori affinché indirizzassero  i perenti dei morti verso determinate agenzie. Le Fiamme Gialle del comando provinciale di Torino hanno eseguito, dalle prime ore di oggi, provvedimenti emessi dal tribunale di Ivrea per 17 perquisizioni personali, domiciliari e locali, due arresti (ai domiciliari) e 10 obblighi di dimora nei confronti di 14 indagati per corruzione.

Anche la Guardia di Finanza di Biella è stata impegnata oggi nella maxi operazione sulle pompe funebri che ha interessato oggi il Canavese. Si ipotizzano tangenti agli addetti degli obitori affinché indirizzassero  i perenti dei morti verso determinate agenzie. Le Fiamme Gialle del comando provinciale di Torino hanno eseguito, dalle prime ore di oggi, provvedimenti emessi dal tribunale di Ivrea per 17 perquisizioni personali, domiciliari e locali, due arresti (ai domiciliari) e 10 obblighi di dimora nei confronti di 14 indagati per corruzione.

Le indagini, svolte dalla compagnia di Ivrea e dirette dal procuratore Giuseppe Ferrando, hanno svelato l’attività di quello che era diventato un vero e proprio racket: dagli obitori, dietro pagamento di mazzette, partivano specifiche “indicazioni” ai familiari delle persone decedute nei due ospedali, circa le imprese a cui rivolgersi per ottenere un buon servizio funebre.

Non è ancora dato sapere se sono coinvolte anche imprese di pompe funebri del Biellese.

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