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Cronaca

Il cane ha un radiocollare gps, nei guai un cacciatore

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Aveva applicato al suo cane da caccia un radiocollare gps di quelli di genere pribito, ma è stato scoperto dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato che lo hanno denunciato. Nei guai è finito un cacciatore fermato durante una battuta al cinghiale sul territorio di Zimone.

Aveva applicato al suo cane da caccia un radiocollare gps di quelli di genere pribito, ma è stato scoperto dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato che lo hanno denunciato. Nei guai è finito un cacciatore fermato durante una battuta al cinghiale sul territorio di Zimone.

L’apparecchio gli è stato sequestrato ed è seguita una specifica attività tecnico- investigativa potata avanti dagli uomini del Corpo Forestale  con il supporto dell’Ufficio reti e servizi di comunicazione elettronica di Torino, del Ministero dello Sviluppo Economico. «L’accertamento tecnico – spiegano gli uomini del Corpo  –  ha consentito di verificare che, il radiocollare trasmetteva a frequenze vietate dalla legge. I radiocollari vengono utilizzati, soprattutto nella caccia al cinghiale, per tracciare agevolmente i cani che si muovono nella macchia. L’uso di frequenze vietate, tuttavia, può avere effetti pericolosi per la regolarità delle trasmissioni radio, con tutto ciò che ne può derivare. Si rammenta che, l’uso delle trasmissioni radio è essenziale, non solo per le comunicazioni telefoniche, ma anche, ad esempio, per la sicurezza dei voli». Il cacciatore in questione alla fine è stato accusato di “installazione di apparecchiature atte ad impedire comunicazioni telefoniche”. Il reato, molto grave, prevede, in caso di condanna la pena della reclusione da uno a quattro anni.

Inoltre, è stato sanzionato dal Ministero dello Sviluppo Economico per una serie di conseguenti violazioni amministrative per un controvalore totale di 4.700 euro. Il radiocollare resta sequestrato e destinato alla confisca definitiva. «Facciamo presente che – concludono dalla caserma –  i radiocollari, come qualunque altro apparato radio, devono essere utilizzati in conformità alla legge vigente che vieta espressamente l’uso privato di talune radiofrequenze per ragioni di sicurezza e che, comunque, impone il pagamento di un canone annuo per l’utilizzo delle radiofrequenze consentite. È, pertanto, opportuno che, prima dell’acquisito e dell’uso di tali apparecchi siano assunte informazioni presso l’Ufficio Reti del  Ministero dello Sviluppo Economico».

Da evidenziare che nel corso dell’anno appena trascorso, nel periodo autunnale, sono stati effettuati più di 50 controlli su cacciatori ed elevate, a parte la contestazione sopra richiamata, un totale di 8 sanzioni amministrative per un controvalore di 1.500 euro. Naturalmente, anche a stagione venatoria chiusa, le attività di controllo verranno mantenute allo scopo di contrastare eventuali atti di bracconaggio.

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