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Cronaca

Condannato a 3 anni il No Tav biellese

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C’è anche un biellese tra i No Tav condannati per gli scontri avvenuti nel 2011 alla Maddalena di Chiomonte, in Val Susa, quando le forze dell’ordine procedettero allo sgombero della cosiddetta “Libera Repubblica della Maddalena”.

C’è anche un biellese tra i No Tav condannati per gli scontri avvenuti nel 2011 alla Maddalena di Chiomonte, in Val Susa, quando le forze dell’ordine procedettero allo sgombero della cosiddetta “Libera Repubblica della Maddalena”.

A Pietro Giordani, 23 anni, di Castelletto Cervo è stata inflitta una pena di tre anni e un mese di reclusione. Gli imputati erano incriminati a vario titolo di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. La sentenza, molto contestata e definita politica dall’ambiente No Tav, è stata emessa nei giorni scorsi nell’aula bunker del carcere delle Vallette di Torino. Dei 52 imputati, solo sei sono stati assolti.

La Corte ha accordato alle parti civili provvisionali per cira 150mila euro. Un po’ meno della metà sarà destinato al Ministero dell’Interno e il resto andrà al Ministero della Difesa e a quello dell’Economia.

Alcuni dei legali presenti in aula hanno già dichiarato che presenteranno ricorso contro una sentenza a loro avviso esagerata, sia per il numero di condanne, sia per i risarcimenti. Hanno assicurato che faranno ricorso in tutti i gradi di giudizio e che, se non sarà sufficiente, arriveranno alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

C’è anche un biellese tra i No Tav condannati per gli scontri avvenuti nel 2011 alla Maddalena di Chiomonte, in Val Susa. A Pietro Giordani, 23 anni, di Castelletto Cervo è stata inflitta una pena di tre anni e un mese di reclusione. Gli imputati erano incriminati a vario titolo di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. La sentenza, molto contestata e definita politica dall’ambiente No Tav, è stata emessa nei giorni scorsi nell’aula bunker del carcere delle Vallette di Torino. Dei 52 imputati, solo sei sono stati assolti.

La Corte ha accordato alle parti civili provvisionali per cira 150mila euro. Un po’ meno della metà sarà destinato al Ministero dell’Interno e il resto andrà al Ministero della Difesa e a quello dell’Economia.

Alcuni dei legali presenti in aula hanno già dichiarato che presenteranno ricorso contro una sentenza ritenuta esagerata, sia per il numero di condanne, sia per i risarcimenti. Hanno assicurato che faranno ricorso in tutti i gradi di giudizio e che, se non sarà sufficiente, arriveranno alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

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