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Cronaca

I sardi biellesi salutano la laurea di Matteo Floris

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Il presidente Saiu: «Nato nel 1986 da padre di Teulada e madre lucana, col passare degli anni ha offerto il proprio contributo volontario in seno all’associazione. A settembre ha discusso una tesi su “La banalità del male”, nell’ambito della filosofia del diritto»

La comunità sarda di Biella ha accolto con orgoglio la notizia della laurea di Matteo Floris, giovane socio del circolo Su Nuraghe di Biella.

"Matteo Floris, sardo di seconda generazione – lo descrive il presidente Battista Saiu -, è nato a Biella nel 1986, da padre di Teulada e madre lucana. Fin da bambino frequenta il Circolo Su Nuraghe. Con il passare degli anni ha offerto il proprio contributo volontario in seno all’associazione, collaborando a diverse iniziative all’interno del coordinamento dei giovani, organizzando e partecipando a momenti culturali e ricreativi di Su Nuraghe. Da anni collabora con il bisettimanale “La Nuova Provincia di Biella”, con indagini giornalistiche, curando pagine di cronaca locale".

Nel mese di settembre ha conseguito la laurea in Scienze Giuridiche presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, con una tesi su “La banalità del male nel processo ad Eichmann”. Relatore il prof. Paolo Heritier.

“Ho scelto una tesi a cavallo tra scienze giuridiche, storia e filosofia, analizzando una vicenda degli anni Sessanta del Novecento, ritenendo questo argomento ancora molto attuale – afferma Matteo Floris -. Mi ha molto interessato il caso particolare di Adolf Eichmann, criminale di guerra, sfuggito al processo di Norimberga, catturato in Argentina dal Mossad nel 1961, processato e condannato a morte l’anno successivo in Israele dal Tribunale di Gerusalemme. Gli israeliani hanno agito fuori dai binari delle procedure tradizionali, ma se non avessero fatto così, chi avrebbe giudicato crimini di tale portata?”.

La sua analisi tratta del “Tribunale delle vittime”, pensando ai delitti dei vincitori mai entrati nei dibattimenti processuali, come i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki o, per quanto riguarda la sua Sardegna, i bombardamenti alleati di Cagliari nell’inverno 1943 e di Alghero nella primavera successiva, con centinaia di vittime civili e danni materiali di cui restano ancora numerose visibili tracce.

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