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Cronaca

Grosso cinghiale travolto da un’auto in città. Ferito e in fin di vita, tentava di caricare

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Vittime o colpevoli? Da tutelare e salvaguardare o da abbattere perché in sovrannumero e pericolosi?

La “questione cinghiali” continua a far discutere e a dividere. Nel frattempo capita sempre meno di rado di vederli avvicinarsi anche ai centri abitati, spaventati e in fuga dai cacciatori o semplicemente alla ricerca di acqua, visto il prolungato periodo di siccità, a quale ha messo fine la recente ondata di maltempo.

Nei giorni scorsi abbiamo scritto dei due avvistamenti avvenuti in Riva e a Gaglianico (e del caso dei quattro animali che hanno accerchiato un escursionista, ma teatro di quella vicenda è stato il bosco). Un altro episodio, invece, non è stato ancora raccontato. Ancora una volta i protagonisti sono stati ungulati e automobilisti. In questo caso, però, lo scenario non era una strada provinciale che attraversa la campagna, ma la zona di via Cottolengo, all’altezza di Destefanis, a circa 100 metri dalla rotonda: un’area abitata e trafficata. E’ lì che si è verificato l’incidente, qualche settimana fa. Verso le 20,30 un automobilista al volante di una Citroen ha centrato un cinghiale mentre percorreva la strada. Gli animali, probabilmente provenienti dalla zona del Villaggio Lamarmora, erano due. Uno si è dileguato, l’altro è rimasto a terra, ferito e sofferente. Il caso ha voluto che proprio in quegli istanti passasse un membro del coordinamento territoriale di protezione civile, che si occupa della rimozione delle carcasse degli animali investiti. L’uomo si è fermato per dare una mano all’automobilista e solo in quel momento ha notato una sagoma, ferma sulla carreggiata, nell’area pedonale. Ha acceso il faretto della propria vettura e ha scoperto così che si trattava di un cinghiale. Immediatamente ha allertato le forze dell’ordine – sul posto poco dopo sono arrivate due pattuglie della polizia, che si sono occupate di tutti gli accorgimenti necessari per salvaguardare l’incolumità degli automobilisti di passaggio – e chiesto rinforzi: l’animale era ferito e sanguinante e proprio per questo minaccioso. Era in fin di vita e a maggior ragione si sentiva in pericolo, tanto da trovare la forza e l’energia per provare a “caricare” più volte il personale che tentava di tenerlo distante dalla strada. Esausto, è spirato poco dopo. Era un esemplare femmina di grosse dimensioni. Come detto, attaccava l’uomo perché si sentiva minacciato e non aveva la possibilità di scappare. Altrimenti, in un altro contesto, avrebbe quasi sicuramente tentato la fuga.

Quali che siano le motivazioni del loro avvicinamento ai centri urbani, una cosa sembra essere evidente: quando si avventurano troppo verso la città, possono arrivare a rappresentare un grave pericolo per se stessi e per le persone.

Vittime o colpevoli? Da tutelare e salvaguardare o da abbattere perché in sovrannumero e pericolosi?

La “questione cinghiali” continua a far discutere e a dividere. Nel frattempo capita sempre meno di rado di vederli avvicinarsi anche ai centri abitati, spaventati e in fuga dai cacciatori o semplicemente alla ricerca di acqua, visto il prolungato periodo di siccità, a quale ha messo fine la recente ondata di maltempo.

Nei giorni scorsi abbiamo scritto dei due avvistamenti avvenuti in Riva e a Gaglianico (e del caso dei quattro animali che hanno accerchiato un escursionista, ma teatro di quella vicenda è stato il bosco). Un altro episodio, invece, non è stato ancora raccontato. Ancora una volta i protagonisti sono stati ungulati e automobilisti. In questo caso, però, lo scenario non era una strada provinciale che attraversa la campagna, ma la zona di via Cottolengo, all’altezza di Destefanis, a circa 100 metri dalla rotonda: un’area abitata e trafficata. E’ lì che si è verificato l’incidente, qualche settimana fa. Verso le 20,30 un automobilista al volante di una Citroen ha centrato un cinghiale mentre percorreva la strada. Gli animali, probabilmente provenienti dalla zona del Villaggio Lamarmora, erano due. Uno si è dileguato, l’altro è rimasto a terra, ferito e sofferente. Il caso ha voluto che proprio in quegli istanti passasse un membro del coordinamento territoriale di protezione civile, che si occupa della rimozione delle carcasse degli animali investiti. L’uomo si è fermato per dare una mano all’automobilista e solo in quel momento ha notato una sagoma, ferma sulla carreggiata, nell’area pedonale. Ha acceso il faretto della propria vettura e ha scoperto così che si trattava di un cinghiale. Immediatamente ha allertato le forze dell’ordine – sul posto poco dopo sono arrivate due pattuglie della polizia, che si sono occupate di tutti gli accorgimenti necessari per salvaguardare l’incolumità degli automobilisti di passaggio – e chiesto rinforzi: l’animale era ferito e sanguinante e proprio per questo minaccioso. Era in fin di vita e a maggior ragione si sentiva in pericolo, tanto da trovare la forza e l’energia per provare a “caricare” più volte il personale che tentava di tenerlo distante dalla strada. Esausto, è spirato poco dopo. Era un esemplare femmina di grosse dimensioni. Come detto, attaccava l’uomo perché si sentiva minacciato e non aveva la possibilità di scappare. Altrimenti, in un altro contesto, avrebbe quasi sicuramente tentato la fuga.

Quali che siano le motivazioni del loro avvicinamento ai centri urbani, una cosa sembra essere evidente: quando si avventurano troppo verso la città, possono arrivare a rappresentare un grave pericolo per se stessi e per le persone.

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