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Cronaca

Animalisti del meta denunciati per l’attacco al papà pescatore

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Erano partiti apposta da Biella per andare in Valsesia a protestare durante una normale gara di pesca. Non fu un semplice confronto, ma si andò oltre e adesso gli animalisti sono stati denunciati anche dalla Fipsas, la federazione dei pescatori.

Erano partiti apposta da Biella per andare in Valsesia a protestare durante una normale gara di pesca. Non fu un semplice confronto, ma si andò oltre e adesso gli animalisti sono stati denunciati anche dalla Fipsas, la federazione dei pescatori.
Il video del padre aggredito verbalmente dagli animalisti mentre sulle rive del Sesia a Quarona insegnava al figlio a pescare aveva fatto il giro della rete. Erano stati gli stessi attivisti  del Meta (Movimento etico tutela animali) a girarlo. . Ma proprio quelle immagini rischiano di ritorcersi contro gli animalisti che volevano testimoniare la loro attività di “tutela” ambientale. In realtà mostrano un attacco violento nei confronti di un genitore e di suo figlio. E anche i commenti su Internet erano stati decisamente di condanna nei confronti degli animalisti.  Diverse invece le testimonianze di solidarietà nei confronti dell’uomo e del ragazzino: i due erano stati circondati da alcuni attivisti mentre erano intenti a pescare. «Ti piace far morire i pesci», dice uno dei rappresentanti del Meta nel video. Le immagini mostrano poi il padre che allontana il ragazzino e viene continuamente provocato. Sono stati attimi di tensione, ma alla fine grazie anche all’intervento di alcuni pescatori tutto è tornato alla normalità. Era luglio e a Quarona era in programma una gara di pesca, doveva essere una giornata di festa e svago. I primi animalisti arrivati avevano dichiarato di voler protestare in modo pacifico così come avevano fatto anche in altre occasioni, ma con l’arrivo dei più “decisi” gli animi si erano scaldati. Erano stati scagliati sassi in Sesia per far allontanare i pesci e non erano mancati paroloni tra le due fazioni. In mezzo l’aggressione verbale a padre e figlio definiti assassini. Il video era diventato virale. Gli attivisti del Meta si sono visti arrivare una denuncia dal padre del bambino ripreso senza il consenso e messo in rete. E adesso è stata depositata anche la denuncia da parte della Fipsas a livello nazionale direttamente al Tribunale di Roma e per competenza a quello di Vercelli.
«Gli attivisti – spiega in una nota il presidente federale professor Ugo Claudio Matteoli  – costrinsero alcuni pescatori a non continuare una gara di pesca alla trota in torrente regolarmente autorizzata. L’episodio divenne increscioso e virale sui social perché coinvolse un minore e il padre che furono pesantemente redarguiti». Anche il padre del ragazzo ha sottoscritto la denuncia. Aggiunge il presidente federale: «La Fipsas ha voluto così sottolineare che non intende subire passivamente atti dimostrativi del genere nei confronti dei pescatori sportivi e ricreativi durante l’attività».
Il fatto aveva scosso i pescatori della Fipsas vercellese che aveva subito preso posizione interessando anche i vertici nazionali. «Il padre ha fatto denuncia perché nel video pubblicato online viene mostrato il figlio minorenne – sottolinea il presidente Marco Viazzo – e a livello nazionale è stato preso un nuovo provvedimento. I pescatori sono tra i migliori ambientalisti: se non ci fossimo noi alcune specie non ci sarebbero più. I pescatori controllano la flora e la fauna dei loro territori. Provvedono a segnalare eventuali casi di inquinamento delle acque».

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