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Addio a Mario Ferraris, storico elettromeccanico

Il ricordo di Confartigianato Biella

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Addio a Mario Ferraris, storico elettromeccanico

Addio a Mario Ferraris, storico elettromeccanico

Biellese in lutto per la morte di Mario Ferraris, 91 anni . Lascia la moglie Lucia, gli amati nipoti e la sorella Elda. Domani, giovedì 1 giugno, alle 15 verrà celebrato il funerale nella chiesa parrocchiale di Sant’Antonio a Occhieppo Inferiore.

Lo ricorda Confartigianato Biella.

“Con profonda tristezza i figli annunciano la scomparsa naturale del papà Mario Ferraris. Ci ha lasciati questa mattina a 91 anni dei quali 75 dedicati alla sua più grande passione: l’elettromeccanica. Semplicemente “Elettromeccanico” così amava definirsi; e nella nostra piccola provincia Biellese era conosciuto con questo appellativo, anche se la fama della sua piccola officina creativa si estese ben oltre i confini regionali. Da molti conosciuto per le sue attività più importanti e recenti, svolte nella meccanica di precisione in ambito aerospaziale, in pochi sanno che nella sua lunghissima carriera, grazie alle sue idee luminarie, fece da incubatore per numerose attività nascenti; un esempio fu la progettazione e realizzazione dei primi motori elettrici per l’apparecchio tessile porgitrama, di una notissima azienda biellese che grazie a quell’apparecchio fece la sua fortuna; pochi sanno che da solo costruì interamente nella propria officina artigiana, tra gli anni 60 e gli anni 80, ben 86 muletti elettrici, compresa la progettazione e la costruzione di un super motore elettrico a bassissimo consumo energetico, che garantiva un’autonomia di lavoro doppia rispetto ai muletti disponibili a quei tempi sul mercato. Alcuni di quei muletti sono ancora operativi oggi a dimostrare la grande qualità realizzativa ed una mentalità che oggi definiremmo “eco-green”.

Pochi sanno che per anni si occupò delle manutenzioni meccaniche al vecchio Ospedale della città di Biella, e quando si bruciava qualche motore elettrico strategico, lui passava anche tutta la notte a lavorare per rifarne gli avvolgimenti in rame nuovi, riconsegnandolo riparato al mattino seguente,  e rinunciando ad un riconoscimento economico maggiorato per lo straordinario. Lui lo faceva perché sapeva che in ospedale la rapidità di intervento può significare la sopravvivenza dei malati…Fabbriche tessili gli affidavano motori nuovi appena acquistati da modificare perché i suoi motori, riavvolti, misteriosamente non si bruciavano mai…Quasi nessuno sa che nei primi anni 60 fu incaricato da Giorgio e Riccardo Sella dell’esecuzione dell’impianto elettrico di comando di uno dei primi polmoni artificiali d’Italia, che fu costruito a Biella per il nostro ospedale Biellese coi progetti acquistati dai Sella negli Stati Uniti. Solo lui ai tempi poteva districarsi nei complicati schemi americani. Il suo laboratorio in quegli anni era un fermento di frequentazioni con scambio di idee geniali ed opinioni.

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