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Viaggi e miraggi

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Chi non vorrebbe una città finalmente collegata e connessa con il resto del mondo? Da circa cinquant’anni il tema tiene banco. E come al solito, visto il cronico e atavico deficit di infrastrutture di Biella, il problema dell’isolamento è stato uno degli argomenti più sfruttati (ma meno dibattuti) nella campagna elettorale di maggio.
Tanti ricordano gli slogan ad effetto che venivano ripetutamente postati sui social che promettevano un cambio di rotta, per uscire dall’isolamento e per incardinare Biella in uno snodo di una rete di collegamenti adeguati alle esigenze del numero sempre maggiore di pendolari.
Parole così vicine, eppure mai tanto lontane dalla realtà, ove ora tutto tace. Proposte e proteste scomparse.
Eppure l’argomento è strategico e vitale per le sorti del nostro territorio. La necessità di supplire alla carenza di lavoro locale con l’implementazione di collegamenti che facilitino i pendolari è un ruolo che spetta a chi viene eletto.
Negli anni di attività di consigliere regionale, attraverso un lavoro pressante sulla giunta e dopo svariate interrogazioni e mozioni, grazie al ruolo fondamentale del Presidente, furono stanziati i fondi (ingenti) per la realizzazione della Pedemontina, per l’elettrificazione della linea ferroviaria Biella – Santhià e per l’ammodernamento del collegamento con Novara. In più’, 20 milioni spesi per lavori sulle due direttrici. Mai, dico mai, in passato si erano raggiunti traguardi così importanti. E lo affermo con molto orgoglio.
Certo, i tempi di realizzazione di opere infrastrutturali non sono mai sincronizzati con la durata di una giunta politica, e gli attuali amministratori locali devono ora sostenere sul campo i principi che sono stati promessi con enfasi in campagna elettorale, portando a completamento i lavori avviati dalla precedente amministrazione.
Distruggere con un colpo di ruspa è un’azione primitiva, mentre costruire richiede un lavoro così lungo da rischiare di non riuscire ad immortalarsi in un selfie con il frutto del tuo impegno alle spalle. È però il dovere di chi viene eletto: le proteste dei pendolari vanno ascoltate e trasformate in proposte perché un viaggio non si trasformi in un miraggio.
Per il Biellese è davvero l’ultima occasione, vista l’eccezionale rappresentanza politica a livello regionale e nazionale; inoltre la recente approvazione della riduzione del numero di parlamentari, richiesta a furor di popolo, potrebbe penalizzare sensibilmente i territori come il nostro, generando un effetto “tafazziano” per Biella e dintorni.
Quindi: se non ora, quando?

Vittorio Barazzotto

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