Attualità
Una strage senza un perché: le due ore che sconvolsero Biella
Nelle due nuove puntate del nostro podcast “Delitti e Castighi”, realizzato da Mauro Zola, ripercorriamo la storia del più sanguinoso fatto di cronaca nera biellese dal Dopoguerra. Il giovane Aldo Chiorino uccise quattro persone, ne ferì una quinta e si tolse la vita. Ancora oggi non ci sono risposte

Forse è perché un motivo non lo si è mai trovato che la strage compiuta nel maggio del 1973 da Aldo Chiorino è stata rimossa, cancellata dalla memoria della città.
Una strage senza un perché, nel podcast delitti e castighi raccontiamo il più sanguinoso fatto di sangue dal Dopoguerra
La storia della strage ora per ora è raccontata nei due nuovi episodi del podcast della Provincia di Biella “Delitti e castighi”, realizzati dal giornalista Mauro Zola e intitolati “Una strage senza un perché”.
Capitolo 1: davanti allo specchio
Capitolo 2: sussurri e veleni
La storia della strage compiuta da Aldo Chiorino
In un pomeriggio di follia il ventinovenne ha ucciso quattro persone, ne ha ferito una quinta per poi suicidarsi lasciando dietro di sé una lunga traccia di sangue. Tutte le vittime erano in qualche modo legate alla ferramenta Fratelli Mosca, tranne una, Liliana Arici, la moglie del caporeparto Piero Grosso che ha soltanto avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, ha sorriso all’assassino e gli ha offerto un grappino. Morirà qualche secondo prima del marito. Le altre vittime sono Graziella Curoso, vive con la sorella che sarà l’unica superstite e il vigile Piero Riva. Alla fine della strage Chiorino, che da qualche anno si era licenziato e viveva con i genitori a Ponderano, si ferma davanti a uno specchio e si spara. Morirà poi in ospedale. La città è sconvolta, si cerca un motivo, si fanno ipotesi, illazioni, maldicenze, si tirano in ballo il licenziamento, giri vorticosi di denaro, relazioni, perfino la droga ma il segreto, quello vero, i quattro o forse soltanto l’assassino che i genitori e gli amici ricordano come un ragazzo per bene, che aveva orrore della violenza, se l’è portato nella tomba.
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