Attualità
“Treni Biella-Milano? Passino da Arona”
Una proposta suggestiva: «Ripristinare la linea da Rovasenda per avere i diretti Biella-Rho».
“Treni Biella-Milano? Passino da Arona”
“Treni Biella-Milano? Passino da Arona”
I treni diretti per Milano sono un problema? Allora passiamo da Arona.
È la proposta suggestiva avanzata dal biellese Franco Mino, ex consigliere comunale della Lega, per risolvere l’annoso problema del collegamento su rotaia verso il capoluogo lombardo.
Suggestiva, appunto, perché per divenire praticabile necessiterebbe di un passaggio probabilmente parecchio oneroso: la riapertura della linea che da Rovasenda portava ad Arona. Inoltre il tragitto sarebbe più lungo, seppure con tempi di percorrenza simili.
La proposta di Franco Mino
La teoria di Mino è semplice: se oggi buona parte dei problemi sono legati al “sovraffollamento” della Torino-Milano, la soluzione sarebbe far passare da un’altra parte i treni biellesi, riaprendo la Rovasenda-Arona e potendo in questo modo arrivare fino a Rho Fiere, da dove è possibile prendere la metropolitana.
«Dai giornali quotidiani leggo che non è possibile secondo l’assessore ai trasporti della regione Piemonte avere il diretto Biella- Milano per mancanza di tratte disponibili sulla Torino-Milano – spiega Mino -. Ma gli utenti di Biella hanno la possibilità di arrivare a Milano Rho Fiera e prendere la metropolitana, passando da Arona. Basterebbe riaprirla come sono state riaperte altre linee chiuse senza motivi apparenti, se non di mera non convenienza di costi e ricavi rilevati sulla contabilità aziendale delle ferrovie dello stato, cosa che un ente di proprietà statale mai dovrebbe fare se non dopo aver chiesto il parere degli enti locali. La Rovasenda-Arona incredibilmente non è stata riaperta, anche se era, e lo può essere ancora, una via di fuga alternativa rispetto alla linea verso Novara e da Novara verso Milano».
Una tratta per collegare il Biellese al territorio del lago Maggiore
Secondo Mino, inoltre, sarebbe ottimale come tratta per collegare tutto il Biellese al territorio del lago Maggiore e alla Svizzera: «Della serie se non ci fosse stata, avremmo dovuto crearla. Invece c’era ed è stata chiusa. Mi sembra lampante che il motivo non sia da rilevare alle ferrovie, perché loro fanno un ragionamento di convenienza di costi di gestione. È il territorio interessato, partendo dai comuni e dalla provincia, che deve intervenire sulla Regione, che a sua volta deve intervenire smuovendo la dirigenza delle ferrovie dello stato».
Ovviamente, anche volendo, prima di ipotizzare una riapertura sarebbe necessaria tutta una serie di interventi, anche perché parliamo di una tratta chiusa ormai da più di dieci anni: «Innanzitutto si devono tagliare le piante cresciute sulla linea dismessa e rimettere dei tratti di rotaie portate via, oltre a ripristinare l’impianto elettrico con la centralina, che è stato oggetto di furto e faceva funzionare tutte le segnalazioni e i passaggi a livello»
Tempi e costi
L’ex consigliere comunale si è preso anche la briga di ipotizzare tempi e costi dell’eventuale passaggio da questa nuova linea in modo certosino: «Innanzitutto – spiega – non ci sarebbe bisogno di scendere e risalire a Rovasenda in quanto dopo Rovasenda vi è il raccordo per immettersi sulla linea per Arona. La linea quindi andrebbe da Biella a Rho Fiera, dove c’è la metropolitana, in circa un’ora e 50 minuti (Biella-Rovasenda 26’; Rovasenda-Arona 25’; Arona-Rho Fiera 55’. Quello diretto, senza fermate a Rovasenda e ad Arona, ci metterebbe anche meno rispetto al treno che ora parte da Biella e arriva a Milano Centrale facendo scalo a Novara, che impiega un’ora e 50 minuti».
Mino sottolinea inoltre attualmente sono 29 i treni che quotidianamente collegano Arona a Rho, 26 quelli che fanno il percorso inverso. Dunque eventuali diretti che partono da Biella potrebbe tranquillamente andare a sostituirsi, facendo ovviamente scalo ad Arona.
«Vista questa infinità di treni giornalieri nella tratta Arona-Rho e viceversa – aggiunge – penso che sia possibilissimo farne due al primissimo mattino per ambo le direzioni e due in ambo le direzioni alla sera diretti e senza alcuna fermata da Biella a Rho e da Rho a Biella, accorciando notevolmente i tempi. Tutti gli altri potrebbero fare due fermate: una a Cossato ed una ad Arona».
Nella sua proposta ha pensato proprio a tutto, anche alla tipologia di convoglio da usare: «Come treno si dovrebbe utilizzare quello ad idrogeno o quello bimodale a gasolio ed elettrico, come già esistente da anni fra Torino ed Aosta.
«Infine – conclude – rappresenterebbe una grossa opportunità a livello turistico, visto il collegamento di Arona con la Svizzera».
La proposta di Mino è senza dubbio affascinante, però ovviamente non si possono fare i conti senza l’oste. Prima di tutto, banalmente, bisogna infatti capire quanto costerebbe una soluzione di questo genere, dato che sicuramente anche soltanto i lavori per arrivare a riaprire una linea ferroviaria abbandonata da anni sarebbero parecchio onerosi.
Sulla Santhià-Arona si era già ragionato qualche anno fa
Un paio d’anni fa qualche ragionamento sulla Santhià-Arona, sospesa nel 2012 dalla giunta Cota, era stato fatto. I costi per il ripristino venivano valutati tra i 36 e i 44 milioni di euro. L’idea era che le risorse potessero arrivare dal Pnrr.
Addirittura veniva ipotizzata la possibilità di partire con i lavori entro fine 2024. L’opposizione in Regione bollò la proposta come una boutade, l’ennesimo annuncio che non si sarebbe concretizzato. Ad oggi risulta l’avvio di uno studio da parte di Rfi per verificare la fattibilità di una riapertura.
Quella di Mino rimane comunque un’ipotesi suggestiva, perché sulla carta potrebbe risolvere parecchi dei problemi che da anni attanagliano i biellesi che per studio, lavoro o svago devono raggiungere Milano in treno. Senza contare che il percorso indicato da Mino passa da Somma Lombardo e Gallarate, letteralmente a un tiro di schioppo dall’aeroporto di Malpensa.
Forse è e resterà solo un sogno impraticabile e irrealizzabile, ma sognare – almeno quello – non costa nulla.
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Ardmando
23 Gennaio 2025 at 8:08
E’ una ipotesi assolutamente sensata, proprio perchè il collegamento ferroviario esiste e per pura fortuna non è stato ancora smantellato. Il grossissimo problema è l’immobilità di RFI e Trenitalia. Basterebbe che in Italia co fosse un po’ più di polso nell’affrontare queste questioni di importanza primaria e costringere il monopolista a ripristinare i collegamenti ferroviari. L’idea è ottima e praticabile ma come al solito non si tradurrà mai in realtà.