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Sul caso di Vincenzo Lerro interviene L’Asl

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L’Asl di Biella interviene per chiarire l’episodio che ha visto protagonista Vincenzo Lerro. Nei giorni scorsi l’uomo si è recato in pronto soccorso alle 5,50 del mattino perchè si sentiva male. Dopo aver atteso ore, alle 8,20 è stato informato da un’infermiera che sarebbe stato visitato solo dopo le nove. Una mancanza di comunicazione che ha creato non poco malumore. La notizia pubblicata dal nostro sito web è stata la più letta della giornata. Tante persone hanno commentato e raccontato la loro esperienza. Anche l’Asl ha voluto chiarire la propria posizione. Ecco quanto ha scritto.

L’Asl di Biella interviene per chiarire l’episodio che ha visto protagonista Vincenzo Lerro. Nei giorni scorsi l’uomo si è recato in pronto soccorso alle 5,50 del mattino perchè si sentiva male. Dopo aver atteso ore, alle 8,20 è stato informato da un’infermiera che sarebbe stato visitato solo dopo le nove. Una mancanza di comunicazione che ha creato non poco malumore. La notizia pubblicata dal nostro sito web è stata la più letta della giornata. Tante persone hanno commentato e raccontato la loro esperienza. Anche l’Asl ha voluto chiarire la propria posizione. Ecco quanto ha scritto.

Ci rammarichiamo rispetto a quanto pubblicato, perché pur avendo la massima comprensione del punto di vista di ogni paziente, in casi come questo è doveroso da parte del servizio sanitario pubblico intervenire, per chiarire ai cittadini l’accaduto e come deve funzionare un Pronto Soccorso, di Biella come di qualunque città d’Italia.
Il paziente è stato accompagnato da un operatore non sanitario (né infermiere né medico) da un’ambulanza di base. Le descrizioni riportate, alcune delle quali purtroppo inesatte, si riferiscono non all’attività clinica del pronto soccorso ma alla postazione adibita all’accoglienza degli utenti, perché le prestazioni sanitarie avvengono nell’area di gestione dei pazienti critici ed urgenti (open space), ed essendo protetta, non è sotto gli occhi delle persone in attesa. Il carico di lavoro degli operatori del Pronto Soccorso non è valutabile dalle sale d’aspetto.
Si precisa che i codici bianchi, come previsto dalle linee guida regionali, sono trattati dopo i pazienti con maggior priorità e gravità. In termini generali, ricordiamo che la diffusione di informazioni parziali, imprecise, quando non errate, può costituire una diffamazione immeritata dell’operato dell’Azienda Sanitaria e dei suoi professionisti, che ogni giorno compiono con coscienza e fatica il proprio dovere.

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