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Si potrà andare a caccia anche con l’arco

Pronta la riforma

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Si potrà andare a caccia anche con l'arco. Il Governo si appresta a presentare una nuova legge sull'attività venatoria. Ecco tutte le novità.

Si potrà andare a caccia anche con l’arco. Il Governo si appresta a presentare una nuova legge sull’attività venatoria. Ecco tutte le novità.

Si potrà andare a caccia anche con l’arco

Il Governo si appresta a presentare una nuova legge sulla caccia. Il provvedimento, attualmente in discussione, mira a ridefinire i criteri di gestione e protezione della fauna selvatica omeoterma, nonché le modalità di prelievo venatorio. Ecco le principali novità.

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Armi consentite e limiti tecnici

Uno degli aspetti centrali della proposta è l’articolo 8, dedicato alla regolamentazione delle armi utilizzabili durante l’attività venatoria. Sono previsti: fucili a canna liscia fino a due colpi, semiautomatici con caricatore di massimo due cartucce (calibro non oltre il 12), e fucili a canna rigata con caricatore omologato (calibro minimo 5,6 mm). Sono consentiti anche fucili combinati, archi e falchi. Un’eccezione è concessa per la caccia al cinghiale, dove il caricatore dei fucili a ripetizione può contenere fino a cinque cartucce.

Giorni di caccia e deroghe possibili

Le nuove disposizioni stabiliscono limiti settimanali all’esercizio venatorio: sarà vietato cacciare per più di tre giorni a settimana, con il martedì e il venerdì in cui l’attività è sempre sospesa. Fanno eccezione la caccia di selezione agli ungulati. Le Regioni avranno facoltà di lasciare libertà di scelta ai cacciatori sui giorni, nei limiti imposti.

Controllo dei cinghiali e diritti degli agricoltori

Un tema particolarmente discusso è il controllo della specie cinghiale. Secondo l’articolo 12 del disegno di legge, imprenditori agricoli, proprietari e conduttori di fondi, se muniti di regolare licenza di caccia e corsi di formazione approvati, potranno richiedere l’autorizzazione a svolgere interventi di contenimento. In cambio dei costi sostenuti, sarà loro consentito trattenere gli animali abbattuti, previa analisi igienico-sanitaria. Questa misura è vista come una risposta all’emergenza danni agricoli, ma ha acceso polemiche in ambito ambientalista e alimenta timori di caccia privatizzata e meno controllata

Le critiche di Legambiente

La proposta ha provocato una forte reazione da parte di Legambiente. Il presidente nazionale, Stefano Ciafani, ha denunciato pubblicamente il rischio di “cancellare sessant’anni di politiche e azioni a tutela della fauna selvatica”. Secondo l’associazione, il nuovo disegno di legge violerebbe l’articolo 9 della Costituzione, modificato nel 2022 per includere l’obbligo di tutela degli animali e dell’ambiente. In occasione del decennale della legge sui delitti ambientali, Legambiente ha rivolto un appello diretto alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, chiedendo di bloccare quella che definisce una “devastazione legislativa”.

Il commento dell’assessore regionale Bongioanni

L’assessore regionale al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni commenta con favore la riforma: «Finalmente, dopo oltre trent’anni si aggiorna una legge, la 157 del 1992, che regola la gestione della fauna selvatica nel nostro Paese. È una norma che nel frattempo era diventata del tutto obsoleta. Fotografava un’Italia che non c’è più e non era più in grado di fornire spazi e strumenti adeguati per contrastare fenomeni come l’invasione dei selvatici fino nei centri delle nostre città, la diffusione di specie dannose alle colture anche per effetto del cambiamento climatico, della regressione delle aree coltive a vantaggio di quelle incolte e boschive.

«Sono scenari che forse allora nessuno avrebbe saputo prevedere, ma che oggi emergenze reali come la lotta alla Peste Suina Africana e i pesantissimi danni inflitti dai selvatici all’economia agricola rendono assolutamente prioritari nell’intervento del legislatore. Auguro alla proposta di concretizzarsi in un iter parlamentare rapido e sereno, e formulo il mio plauso al ministro Lollobrigida cui assicuro la mia piena collaborazione per una pronta attuazione sul territorio piemontese delle nuove norme che saranno stabilite dal Parlamento».

 

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