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Sabato 5 giugno al Macist inaugura Electric Hexagons

Protagonista indiscussa è l’Ape bionica, affascinante scultura luminosa realizzata mediante l’assemblaggio di bottiglie di plastica riciclate

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Electric Hexagons

 

Nelle sale del MACIST Danilo Marchi presenta in anteprima Electric Hexagons, installazione sospesa, trasparente e tecnologica a forte connotazione ambientale in cui protagonista indiscussa è l’Ape bionica, affascinante scultura luminosa realizzata mediante l’assemblaggio di bottiglie di plastica riciclate (PET). 

Danilo Marchi, artista attento all’ecosostenibilità, lavora con ingegno le materie plastiche dal 1999, quando propone a Biella l’installazione Uomo artificiale androgeno. Quest’opera costituisce la prima scultura antropomorfa realizzata assemblando e manipolando bottiglie di plastica trasparente riciclate (PET). Partendo dallo studio dell’evoluzione umana e proseguendo con l’analisi dell’essenza della vita – fragile a causa del degrado ambientale, ma allo stesso tempo meno aleatoria grazie ai continui progressi della scienza – Marchi focalizza ora maggiormente l’attenzione sulle specie animali, prendendo in considerazione anche il loro rischio di estinzione. Levrieri, Armadilli, Squali, Pipistrelli, Cavallette: ogni animale viene accuratamente esaminato dall’artista e successivamente ricomposto attraverso le materie plastiche, curando con maniacale attenzione i dettagli anatomici.  Molte di queste specie sono particolarmente evolute, contraddistinte da notevoli qualità senso-percettive e provviste di sofisticati “apparati” naturali, il cui studio è stato in seguito determinante per la ricerca scientifica umana. L’Ape bionica, ideata nel 2013 e continuamente perfezionata, rappresenta la sintesi finale della lunga ricerca di Danilo Marchi sul mondo animale.

Per quanto riguarda la realizzazione delle sculture è importante sottolineare che Marchi non si limita a svolgere un’operazione di recupero del materiale (si veda a proposito la scultura del 1982 Bottles on a shelf, di Tony Cragg), ma dà vita a creazioni sempre nuove, che evocano le forme naturali e dialogano con l’ambiente nel quale vengono collocate. Nelle installazioni di Marchi, al lato puramente estetico e al risultato scenico, s’inserisce il coinvolgimento e l’interazione del fruitore, che si trova al cospetto di creature “naturali-artificiali” nel quale potrà confrontarsi per discernere aspetti in comune.

Oltre all’evidente pensiero di sensibilizzazione verso l’ambiente e di no waste, le pressoché “eterne” bottigliette di plastica riflettono il delicato ma compiuto equilibrio tra aspetto naturale e artificiale. Poiché le “demonizzate” materie plastiche, tra cui il polietilene tereftalato (PET), derivano dal petrolio, provengono in realtà dalla natura stessa che nei millenni ha decomposto vegetali, animali, umani, eventi ed esperienze.  Nelle sculture di Marchi l’elemento artificiale – le bottiglie di plastica create per contenere l’acqua (la sostanza naturale per eccellenza) -, derivato da una materia naturale (il petrolio), diviene rappresentazione del mondo naturale. L’arte, in questo modo, rigenera la vita stessa e l’artista risolve definitivamente la lotta tra le “nocive e inquinanti” materie plastiche e l’ecosistema.

Electric Hexagons, installazione parzialmente a parete e in gran parte fluttuante, si compone di un compatto sciame di api luminose in movimento. Al centro della scena emerge il loro rifugio: un alveare naturale organizzato mediante le tipiche celle a esagono (considerato da Pitagora come la figura geometrica “perfetta”). Accanto all’alveare lo spettatore potrà distinguere l’ape regina, fonte di equilibrio e indispensabile per la sopravvivenza del gruppo. Ognuna di queste tecnologiche api danzanti, catturate in pose di volo differenti e realizzate in diverse sfumature di colori (giallo, arancione, blu, verde e parti trasparenti), si caratterizza per l’aggiunta di piccoli componenti elettrici, di lampadine a incandescenza e, soprattutto, dell’illuminazione a led. Le luci rendono le sculture più vive e suggestive ed evidenziano meglio le peculiarità anatomiche e morfologiche dell’insetto, rielaborato da Marchi nella sua composita struttura “architettonica”.

Le api, simbolo di vita, saggezza e nobiltà, sono un’inesauribile fonte di ispirazione per l’uomo poiché costituiscono un tipico esempio di “intelligenza collettiva”: un insieme di creature dinamiche e industriose organizzate in comunità eque e concordi. Come è noto, all’interno degli ecosistemi naturali e agrari l’ape riveste un ruolo fondamentale in quanto, mediante l’impollinazione, garantisce la riproduzione di gran parte delle specie vegetali. L’importanza delle api, del resto, era stata riconosciuta fin dall’antichità classica: le monete coniate ad Efeso dal VI secolo a.C. in poi, raffiguravano proprio una grande ape, personificazione della dea Artemide. Oggi la sopravvivenza delle api è messa a dura prova, principalmente a causa degli scellerati comportamenti dell’uomo. Pesticidi, radiazioni e cambiamenti climatici hanno causato negli ultimi anni una drastica riduzione di questa specie, in particolare dell’ape europea (Apis mellifera).

L’ape bionica di Danilo Marchi rappresenta, in primo luogo, un omaggio a una creatura estremamente ingegnosa e laboriosa. Un insetto dalle straordinarie potenzialità, a effettivo rischio di estinzione, essenziale per l’equilibrio dell’ecosistema naturale e per la nostra alimentazione. L’artista valorizza l’ape trasformandola in un “essere bionico” dotato di componenti elettrici – le lampadine alogene e a led – che fungono alla stregua di sensori per la robotica. L’opera costituisce, quindi, anche una singolare visione tecnologica, un piccolo e innocuo “drone” in equilibrio tra mondo naturale e artificiale, tra scienza e arte. Una sorta di “animale robot” al servizio esclusivo dell’ambiente, che in futuro potrebbe persino coadiuvare – ma, si spera, mai sostituire – le api nei loro fondamentali processi costruttivi.

Le opere d’arte e le installazioni ispirate a questo insetto – si vedano, anche solamente per un raffronto, i murales di Louis Masai Michel o le sculture di Jessica Carrol – dovrebbero avere il compito principale di sensibilizzare il pubblico sulla rilevanza universale delle api e di farci riflettere sull’estrema fragilità delle nostre stesse esistenze. L’installazione di Marchi si pone proprio in questa lungimirante ottica. Electric Hexagons intende farci pervenire un messaggio di buon auspicio per un’interazione più equilibrata e armoniosa tra uomo, animali e ambiente.

 

Mark Bertazzoli

Vernissage: sabato 5 giugno 2021, ore 17.00.

In occasione dell’inaugurazione della mostra personale l’artista donerà un’opera alla Fondazione Edo ed Elvo Tempia Valenta per la lotta contro i tumori, che entrerà così a far parte della collezione museale.

Accesso libero e gratuito con obbligo della mascherina. Gli ingressi saranno contingentati nel rispetto delle norme vigenti.

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