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“Trasferendo l’ex mutua, hanno ucciso il nostro quartiere”

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«Ci hanno abbandonati, ci hanno lasciato soli dopo le tante promesse. Questo quartiere sta morendo e a nessuno frega nulla. Ma ce ne ricorderemo quando saremo chiamati alle urne».

«Ci hanno abbandonati, ci hanno lasciato soli dopo le tante promesse. Questo quartiere sta morendo e a nessuno frega nulla. Ma ce ne ricorderemo quando saremo chiamati alle urne».
Lo sfogo, duro, pesante, rabbioso è di Roberto, titolare del bar di via Fecia di Cossato, il portavoce dei commercianti della zona. La protesta arriva a un anno di distanza dal trasferimento del Centro prenotazioni Asl dal grande edificio situato nella via. All’epoca i commercianti della zona si erano battuti perchè impedire il trasloco, poi avevano chiesto che l’edificio fosse utilizzato per altri scopi, per non vederlo andare in rovina.
«Ci avevano detto – continua l’esercente – che la struttura poteva essere utilizzata per ospitare le classi degli Istituti superiori sparse per la città oppure per risolvere il problema di affollamento del Liceo scientifico».
In effetti l’ipotesi di destinare l‘edificio a scopi didattici era stata presa in considerazione, e anche considerata fattibile ed economica perchè avrebbe permesso di raccogliere in un’unica sede le diverse classi sparse in altre siti.
«Ovviamente la soluzione era stata caldeggiata dallo stesso preside del Liceo, Dino Gentile – continua l’esercente – che così avrebbe risolto parecchi problemi. Sembrava una cosa fatta ma poi non si è saputo più niente, L’attuale primo cittadino, Marco Cavicchioli, ci ha incontrato due volte, ha ascoltato le nostre ragioni, e poi non si è più visto. Dalla Provincia nemmeno una parola. La questione è finita nel dimenticatoio. E anche noi siamo letteralmente scomparsi».
Con il trasferimento del Centro di prenotazione dell’Asl, l’afflusso di gente nella zona ha raggiunto livelli minimi mandando in crisi le attività commerciali che vivevano principalmente grazie alle centinaia e centinaia di persone che ogni giorno affollavano la struttura per la prenotazione di visite ed esami medici.
«La zona – conclude Francesco – sta diventando un cimitero al pari ad altri quartieri della città. Per voler risparmiare dei soldi utilizzati semplicemente per pagare dirigenti su dirigenti, l’Asl ci ha ammazzato. Se la struttura non verrà riutilizzata questo quartiere non ha alcuna speranza. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno fatto false promesse. Alle elezioni ce ne ricorderemo».

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