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“Quella della giustizia italiana è stata una soluzione indegna”

Emilio Vaglio si rivolge ai genitori di Erika Preti

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Da Emilio Vaglio riceviamo e pubblichiamo:

Lettera ai genitori di ERIKA PRETI,

Avendo avuto l’opportunità di conoscere personalmente sia il papà e ancor meglio il nonno di Erika, pur non conoscendo la Sua mamma, sento il desiderio ed il dovere di dar voce a tutti coloro che la pensano come me facendo alcune considerazioni riguardo l’ulteriore tragedia che questi genitori stanno vivendo dopo che nel Giugno 2017 una mano armata ha tolto la vita alla Loro figlia.

Da Italiano e da Biellese sono veramente scandalizzato di quanto in questi giorni è avvenuto.

So bene quanto sacrifici, anche finanziari, hanno dovuto sostenere per dare giustizia alla Loro povera figliola, parcelle pagate per i vari gradi di giudizio fino al ricorso in Cassazione che ha visto la condanna definitiva dell’assassino a ben 30 anni di carcere.

Ebbene dopo appena 6 anni la “giustizia” Italiana ha sancito che tale Assassino, giudicato e condannato in via definitiva, ma che per effetto delle Sua obesità, e delle 100 sigarette che ogni giorno “si permette di fumare”, possa lasciare le patrie galere e vivere comodamente, per una anno, nella propria abitazione.

Una soluzione indegna, che si scontra con le tragedie che ogni giorno avvengono nelle Carceri Italiane la cui gestione credo abbia dei responsabili POLITICI, peraltro ex Magistrati e avvocati di grido che restano silenti davanti a provvedimenti che, oltre a creare pericolosi precedenti, rappresentano ingiustizie nei confronti di altri detenuti che, dopo aver sbagliato, pagano le loro colpe in Istituti di pena, dimenticati soltanto perché non dispongono di risorse per avvalersi di Principi del Foro altolocati, e di una equipe di psicologi, di consulenti ed investigatori, che profumatamente remunerati, permettono Loro di beneficiare di trattamenti di “ favore”.

Il caso del suicidio (ndr. La Stampa del 17 novembre 23) in carcere a Torino di Alessandro Gaffoglio, uno dei tanti, avvenuto nell’Agosto scorso è la testimonianza della mia concezione della Giustizia Italiana e della Amministrazione Penitenziaria per la quale la Legge è uguale per tutti, ma non tutti sono uguali.

Gentilissimi sigg. Preti e Suman, da Italiano e soprattutto da Biellese con queste poche righe voglio partecipare al Vostro grande dolore, alla Vostra amarezza per dover, in qualità di genitori, scontare una pena per sempre e non aver potuto, almeno, avere una giustizia giusta per la Vostra sorridente ERIKA, il cui ricordo è affidato al cippo, voluto dal Comune di Pralungo, che campeggia all’ingresso del Cimitero del paese.
Nel ringraziare per l’attenzione idealmente Vi abbraccio, e partecipo alla Vostra grande delusione che Vi riapre una ferita che non passerà mai, ma che la condanna dell’assassino della Vostra figliola, poteva almeno lenire.

Purtroppo la triste vicenda mi ricorda la famosa frase di Platone: “ILCAPOLAVORO DELL’INGIUSTIZIA E’ DI SEMBRARE GIUSTA SENZA ESSERLO”.

EMILIO VAGLIO

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6 Commenti

1 Commento

  1. Gaule Riccardo

    25 Novembre 2023 at 14:26

    Cosa ne penso ? Che ha mille ragioni di lamentarsi della “Giustizia italiana” fatta da magistrati onnipotenti che invece sono dei comuni dipendenti statali, che si permettono di interpretare le loro teorie stravaganti e fuori da ogni realtà. Mi auguro che presto l’attuale Governo cambi le leggi ed il modo di operare di tali giudici.

  2. Ardmando

    25 Novembre 2023 at 16:11

    La giustizia è troppo debole e rammollita in Italia, schiava di benpensanti (falsi), chiesa e fantomatici diritti dei detenuti. Troppi vincoli nei confronti delle Forze dell’Ordine, della Polizia Penitenziaria e per metodi di repressione e detenzione più severi. Giudici e magistrati rammolliti che applicano leggi rammollite con troppa veemenza, senza alcuna logica ne coerenza con il mondo reale. Occorre una profondissima riforma della Giustizia per renderla davvero Giusta e pene certe e immutabili ed estremamente più severe. Occorrono inoltre più metodi di controllo e repressione nei confronti dei detenuti che devono perdere buona parte dei loro diritti fino a che si trovano dietro alle sbarre. Pugno di ferro in guanto di ferro. La Giustizia deve fare paura, deve essere temuta, le pene e le conseguenze dei crimini devono fare paura ed essere temuti. La Giustizia italiana oltre ad essere lenta ed iniqua è troppo soggetta a trattare in modo meno severo l’efferato criminale piuttosto che il ladruncolo. E occorrono MOLTI più carceri, moltissimi di più.

  3. Ardmando

    25 Novembre 2023 at 16:16

    Inoltre dov’è la Giustizia quando vedi la foto di una ragazza sorridente che è stata brutalmente ammazzata e ora si trova sottoterra mentre colui che diceva di amarla si è trasformato nel mostro che l’ha uccisa che può starsene a casa a fare l’obeso per scelta, ottenendo il diritto a curarsi come un uomo libero? Come fanno a dormire sereni i giudici e gli uomini e donne di legge che permettono questa e altre oscenità e aberrazioni? Possono perchè non è la loro figlia a trovarsi 3 metri sotto terra. E’ giustizia questa?

  4. ernesto trismegisto

    25 Novembre 2023 at 18:19

    Strano paese l’Italia: ti scontano un omicidio ma ti massacrano se sei un novantenne che sbaglia di una virgola la raccolta differenziata…

  5. Gio

    25 Novembre 2023 at 20:38

    il Giudice di Sorveglianza applicata la legge il problema è che le carceri italiane non sono in grado di garantire i diritti del detenuti

  6. Enzo De nicola

    25 Novembre 2023 at 23:05

    e no la legge non è uguale per tutti , c’è solo scritto ma non è così , e poi l anno scarcerato non per obesità ma perché a problemi di testa ed borderline , ma e in accettabile per he chi ruba si fa più galera di lui , poi ci sono le carceri con strutture a posta per curare i detenuti

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