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Profughi, gli arrivi diventano quotidiani

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Se la situazione nel Mediterraneo continuerà a rimanere quella di questi giorni con migliaia e migliaia di profughi che tentano di raggiungere l’Italia, il numero dei rifugiati che raggiungerà il Biellese è destinato ad aumentare velocemente, superando di gran lunga la quota massima di 80 persone contenuta negli accordi tra Regione Piemonte e Provincie.

Se la situazione nel Mediterraneo continuerà a rimanere quella di questi giorni con migliaia e migliaia di profughi che tentano di raggiungere l’Italia, il numero dei rifugiati che raggiungerà il Biellese è destinato ad aumentare velocemente, superando di gran lunga la quota massima di 80 persone contenuta negli accordi tra Regione Piemonte e Provincie. Per quanto riguarda questi ultimi giorni infatti, lunedì sono arrivati quattro profughi che però sono rimasti in zona poche ore. Il tempo di riposarsi e poi sono spariti, quasi certamente con destinazione i Paesi nordici dove esistono grandi comunità di persone d’origine africana.

I quattro che sono svaniti nel nulla sono stati immediatamente “rimpiazzati” nella giornata di martedì da un altro gruppo di dieci che, al momento, è ancora presente.

Quattro o dieci, sono ancora numeri esigui: se, come detto, la situazione nel Mediterraneo non migliorerà, e se le Regioni presiedute dal centrodestra (Liguria, Lombardia e Veneto) continueranno il boicottaggio è certo che il Biellese sarà a destinato a ospitarne di ulteriori.

A livello locale, sulla questione profughi c’è da segnalare l’interrogazione presentata dal consigliere comuale Giacomo Moscarola. Preso atto che la struttura di Chiavazza che ospita i profughi è stata concessa per 60 giorni in comodato gratuito, l’esponente  leghista chiede all’amministrazione comunale «se allo scadere del sessantesimo giorno del comodato d’uso gratuito siglato con la prefettura, sia intenzione di questa amministrazione, stipulare un regolare contratto  con l’ente che gestisce gli immigrati presenti nello stabile di Chiavazza, naturalmente a questo punto, non più gratuitamente ma con un contratto di locazione dell’importo che potrà essere stimato dai tecnici in base alla struttura pubblica messa a disposizione».

Ovviamente il tutto rientra nella lotta intrapresa dalla Lega nord contro la politica di accoglienza decisa in questo campo dal governo nazionale di centrosinistra.

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