Attualità
Il primo saluto del nuovo vescovo Roberto Farinella ai biellesi: “Mi affido alla Madonna d’Oropa”
Carissimi fratelli e sorelle,
nel momento in cui viene annunciata la mia designazione a vostro nuovo Pastore è mio grande desiderio salutare tutti voi con sincero affetto. La vostra affabilità, per richiamare la bella espressione dell’Apostolo san Paolo agli Efesini, è nota a tutti. Ringrazio il Signore per voi e con voi per i tanti doni che Egli vi ha fatto. Accogliendo questa chiamata così grande e sproporzionata per le mie povere forze umane, dono davvero inaspettato e frutto di una grazia speciale del Signore, conferitami per la benevola volontà di Sua Santità Papa Francesco, mi affido all’amore di Dio ed esprimo al Santo Padre la mia filiale obbedienza.
Mi affido da subito totalmente alla Madonna di Oropa, “Totus tuus Maria”, Madre tanto amata e venerata da Voi e anche dalla Diocesi di Ivrea da cui provengo. Invoco fin da subito anche l’intercessione di Santo Stefano protomartire e patrono della Città e della diocesi di Biella, chiedendo a Lui di mantenere viva in me quella Diaconia, autentico spirito di Servizio, che per primo Egli ricevette dagli Apostoli.
Saluto dunque tutta l’amata e nobile Chiesa che è in Biella, l’Eccellentissimo Padre, il Vescovo monsignor Gabriele, il Capitolo dei Canonici della Cattedrale, tutto il presbiterio diocesano con il suo clero secolare e regolare, i diaconi, i candidati agli ordini sacri, i religiosi e le religiose, i monaci e le monache e tutti i fedeli, con un particolare ricordo per i bambini e i giovani, le famiglie, gli ammalati e tutti coloro che per le ragioni più diverse soffrono oggi nel corpo e nello spirito e sono provati dalla solitudine, dalla malattia, dall’esclusione, dalle povertà. Uno ad uno siete presenti nel mio cuore e nella Celebrazione Eucaristica quotidiana.
Con i medesimi sentimenti di stima mi è caro salutare le Autorità pubbliche e istituzionali del Governo, della Provincia e della Città di Biella, le Autorità civili e militari, le Istituzioni, gli Amministratori del territorio, le Forze dell’ordine, e tutti gli Enti e le Associazioni impegnate nei vari campi del volontariato, del soccorso e della solidarietà presenti nel territorio della nostra Diocesi.
Con lo stesso affetto saluto i rappresentanti e i fedeli che appartengono alle altre confessioni cristiane e ad altre religioni, certo che potremo camminare insieme, nel rispetto e nella verità.
Rivolgo un pensiero speciale a quanti, senza professare alcuna fede, sono sinceramente alla ricerca del senso della Vita, della Bellezza, dell’Amore e sono impegnati nella promozione di un mondo più giusto e fraterno. Anche per loro e con loro mi sento Pastore e Fratello, aperto all’ascolto e all’accoglienza. Le mie radici sono umili. I miei genitori arrivarono dalla Sicilia e trovarono lavoro e casa a Castellamonte, in Canavese, dove sono nato cinquant’anni fa In quella comunità parrocchiale ho ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana e ho imparato a camminare nella fede, crescendo alla scuola del lavoro e dei sacrifici della mia famiglia: rispettosa con tutti e dal cuore aperto agli altri.
Giunsi in Seminario a Ivrea all’età di 19 anni, dopo aver conseguito il diploma, per rispondere al dono della vocazione sacerdotale, incoraggiato dall’arciprete don Vincenzo Salvetti. Il Seminario fu un’esperienza bella e nuova con il Rettore e gli altri seminaristi, aiutati dall’esempio del Vescovo monsignor Luigi Bettazzi, che mi ha ordinato presbitero il 24 settembre 1994. Nel frattempo si svolsero gli anni di formazione all’Almo Collegio Capranica a Roma, con il Rettore monsignor Luciano Pacomio, gli studi in Diritto Canonico alla Gregoriana e le prime esperienze ministeriali. Rientrato in Diocesi, mi fu chiesto di mettermi al servizio dei giovani e delle vocazioni.
Il resto è storia recente: il mio impegno prevalentemente per il Seminario diocesano e la pastorale vocazionale, con il paterno aiuto del Vescovo monsignor Arrigo Miglio, la vita consacrata e religiosa, il ministero di giudice regionale presso il Tribunale Ecclesiastico Piemontese, la direzione del giornale diocesano Il Risveglio Popolare, il ministero pastorale nella chiesa di San Maurizio a Ivrea e in altre parrocchie e infine parroco della Cattedrale, comunità che il Vescovo monsignor Edoardo Cerrato, già Preposito dell’Oratorio di San Filippo Neri che è in Biella, mi ha affidato quattro anni fa, segno della sua bontà e fiducia nei miei confronti. Devo tutto alla mia Diocesi, ai Vescovi, ai confratelli nel sacerdozio, alla mia famiglia, ai giovani, ai fedeli e ai collaboratori laici incontrati nel mio cammino: hanno temprato con i loro esempi la mia umanità e la mia dedizione alla cura d’anime.
Ora sono chiamato dal Santo Padre all’amata Chiesa di Biella, che diventa la mia nuova famiglia, alla quale ho già aperto il mio cuore! I miei meriti sono davvero pochi. Confido nella grazia del Signore. Per questo fratelli e sorelle, chiedo ora a Voi di aiutarmi ad essere Padre di una comunità così bella e viva, che è la Chiesa di Dio, che vi ha generati alla fede e alla quale sono mandato come vostro Pastore, per vivere il cammino della fede e camminare verso le alte vette della santità. Ricordatevi di me nelle vostre preghiere.
In attesa di potervi incontrare, invoco per il nostro cammino la dolce intercessione della Beata Vergine Maria, venerata con il titolo dell’Assunta nella Cattedrale di Ivrea così come in quella di Biella, e di tutti i Santi e i Beati della nostra terra, San Secondo di Salussola, il Beato Agostino de Fango di Biella, il Beato Giovanni Garbella di Mosso e il Beato Piergiorgio Frassati.
Di cuore Vi benedico.
+ Roberto, Vescovo eletto di Biella
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